Renzi vince il primo round in Senato “Ci vogliono indebolire sul Quirinale”

Francesco Grignetti

S’infiamma la battaglia attorno a Matteo Renzi. Ottiene un primo risultato a favore al Senato: la Giunta per le Immunità lo ascolterà mercoledì prossimo, e avrà modo di dire le sue ragioni; perché, secondo lui, la procura di Firenze ha violato le sue prerogative costituzionali utilizzando i messaggini Whatsapp che lo vedono protagonista. Lì il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto: secondo la relatrice, Fiammetta Modena, Forza Italia, tutte le acquisizioni che precedono il 2018 sono liberamente utilizzabili perché Renzi non era ancora parlamentare. Resta fuori molto poco. Ma su quel poco si potrebbe arrivare persino a un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale e Renzi avrebbe la soddisfazione di dire che aveva ragione e che i pm hanno sbagliato.

Lui, il senatore di Rignano, ribatte colpo su colpo, ma è in affanno. «Io – dice – non chiederò l’immunità, anzi. Quando mai arriveremo in Aula per votare per l’acquisizione del materiale, io voterò a favore della presa del materiale. Ma andrò in tutte le sedi a vedere se hanno violato le leggi».

Non cala, intanto, la polemica sui guadagni da conferenziere in giro per il mondo. E nel calderone si mescolano scelte politiche importanti quali il Quirinale o la legge di Bilancio. Con i grillini, sembra di essere tornati a 2 anni fa, quando erano insulti continui. Al mattino Giuseppe Conte dichiara che non andrà al confronto tv: «Non partecipo a show. Parliamo di cose serie». Renzi gli ribatte subito, ospite dell’Aria che Tira: «È l’uomo più veloce a scappare nella storia, quando hanno distribuito il coraggio era in quarantena, ha il coraggio del coniglio mannaro».

Renzi non può negare, però, che le sue truppe siano disorientate. C’è chi guarda a destra, chi a sinistra. E il capo è abbastanza sprezzante per chi tentenna: «Se uno dice voglio andare con Salvini, è giusto che se ne vada. Se uno vuole stare con Conte, la Taverna, Di Battista, è giusto che se ne vada».

Nell’aria c’è l’odore della battaglia per il Quirinale. Perciò Renzi lega tutto assieme: indagini fiorentine e polemiche giornalistiche, questione saudita e lusinghe verso il suo gruppo parlamentare. «Ci avviciniamo alla Leopolda – sostiene – e crescono le polemiche su di noi. Le voci su un indebolimento di Italia Viva prima delle elezioni presidenziali di inizio 2022. È uno schema già visto. Utilizzano pressioni mediatiche o giudiziarie pensando che così noi saremo più deboli nel momento clou politico».

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