Sorpresa: la Lega del Pil è la più feroce coi no vax

Per ora il governo, nel suo insieme, ritiene che non ci siano gli elementi per mutare l’impianto che c’è: campagna vaccinale, con le terze dosi, e sistema delle colorazioni che tanto spaventa i governatori perché significa parziali chiusure. Però, al netto di un andamento politicamente schizofrenico, la “via austriaca” rivela un sentiment con cui sarà inevitabile fare i conti, che va oltre i confini del Veneto e del Friuli: “perché io che sono vaccinato devo avere delle restrizioni per colpa di chi non è vaccinato?”; e, dunque, “a che serve vaccinarsi?”. È un sentiment che nel paese c’è, eccome, ed è destinato ad aumentare se nelle regioni partiranno restrizioni per tutti nelle varie Regioni. Il ministro della Salute, per ora, è convinto che non servano nuove misure perché questo potrebbe indebolire la campagna vaccinale, che resta la via maestra. Ma è vero anche il contrario. E cioè che proprio il sistema dei colori possa alimentare lo scetticismo vaccinale perché non fa vedere la differenza rispetto al “prima”: “che cosa è cambiato?”. E instilla, nel paese, potenti dosi di veleno sociale: da un lato chi dice “è colpa vostra”, dall’altro quelli della “dittatura sanitaria”.

C’è poco da fare, e ci risiamo, il punto di caduta è nel gigantesco non detto di tutta questa discussione, perché è il più complicato politicamente da affrontare: l’obbligo vaccinale. La sensazione è che, inevitabilmente, la discussione sarà destinata ad aprirsi, al confine tra diritto e politica se l’avanzata dei contagi riproporrà, nel nuovo contesto, le restrizioni dei colori, dopo che, diciamo le cose come stanno, il progredire dei vaccini ha alimentato la sensazione che fosse finita. A microfoni spenti, in alcuni partiti come il Pd, lo dicono. E la chiamano “extrema ratio”. Il rischio, insito nella “via austriaca” che non a caso il governo non prende per ora in considerazione, è che consolidi la resistenza no vax, fornendo elementi giuridici a quei “cattivi maestri” che fanno i no vax col Covid degli altri, in nome delle libertà costituzionali.

L’estrema ratio è questa: se il vulnus del non essere vaccinato è così grave da provocare un danno alla salute pubblica, l’unico modo per uscirne è l’obbligo per tutti, non una discriminazione ad hoc che crea una rottura con un pezzo del paese. È differenza che c’è tra un ghetto, fisico o mentale, e il principio di unitarietà rispetto al diritto perché solo la legge è uguale per tutti. Per ora il tema resto nel non detto, ma, è nelle cose.

L’HUFFPOST

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