Vaccino Pfizer per i bambini di 5-11 anni. Tutti i dati su rischi e benefici

di Milena Gabanelli e Simona Ravizza

Ieri, 25 novembre, l’Ema ha dato il via libera in Europa alla vaccinazione sui bambini fra i 5 e gli 11 anni. E ora la domanda che assilla tutti i genitori è: conviene vaccinarli? Dal bollettino dell’Istituto superiore di Sanità risulta che da inizio epidemia al 17 novembre, su 3,2 milioni bambini dai 6 agli 11 anni (fascia di età disponibile dai report Iss) se ne sono contagiati 241.739, sono stati ricoverati 1.407, e sono finiti in Terapia intensiva in 36. Nove i deceduti. Fare due conti può aiutare a pesare meglio i dati: vuol dire che tra chi è risultato positivo al Covid tra i 6 e gli 11 anni, 6 su mille sono andati in ospedale, 1 su 10 mila in Terapia intensiva e 4 su 100 mila sono morti. Come effetto collaterale della malattia può comparire, poi, a settimane di distanza la sindrome infiammatoria multi-sistemica, caratterizzata da febbre alta, sintomi gastrointestinali (dolore addominale, nausea e vomito), insufficienza cardiaca e alterazioni neurologiche: 239 i casi di giovanissimi colpiti secondo il Gruppo di studio di reumatologia della Società italiana di pediatria. Rispetto alla fascia di età dei loro genitori se non vaccinati, i bambini tra i 6 e gli 11 anni rischiano di essere ricoverati 10 volte in meno, 70 volte in meno di finire in Terapia intensiva e 50 volte in meno di morire. Su 2,9 milioni di 40-59 enni oggi non ancora vaccinati, solo negli ultimi 30 giorni si sono contati 19.051 contagi, 1.055 ricoveri, 126 in Terapia intensiva, 46 decessi.

Bambini e adolescenti: qual è il rischio di ricovero

Per avere un quadro ancora più preciso i numeri vanno messi in relazione alla platea da cui provengono, ossia bisogna vedere cosa succede su ogni 100 mila bambini e ragazzi di una determinata fascia d’età. Dai 20 anni in giù: su 100 mila fra i 19-16 anni, 89 finiscono ricoverati e 3 in Terapia intensiva. Fra i 15 e i 12, i ricoverati sono 57, e 2 in Terapia intensiva. I bambini fra gli 11 e i 6 anni: 44 vengono ricoverati e 1 finisce in Terapia intensiva.

Le reazioni avverse negli adolescenti

Adesso vediamo cosa succede su 100 mila ragazzi vaccinati con Pfizer/BioNTech. Il vaccino è stato sperimentato su 1.100 12-15 enni e su 300 16-17 enni. Nel dossier Pfizer non compaiono il rischio di miocardite (un’infiammazione del cuore) e di pericardite (un’infiammazione della membrana che avvolge il cuore). Gli effetti collaterali si sono visti dopo la somministrazione su larga scala, partita a maggio negli Usa e a giugno in Europa: su 100 mila vaccinati da 1 a 4 miocarditi e pericarditi, colpiti nel 70% dei casi i maschi. Per Moderna fino a 10-13 su 100 mila (fonte Ema). Nessun decesso noto.

Il vaccino pediatrico

E siamo al vaccino per la fascia tra i 5 e gli 11 anni. È stato sperimentato con dose pediatrica, cioè un terzo rispetto agli over 12, su 3.116 bambini, e con il placebo su 1.500. L’efficacia riscontrata contro il contagio è del 90,7%. Contro il rischio di ricovero e di finire in Terapia intensiva la protezione è verosimilmente più alta (come dimostra il vaccino sugli adulti). L’Fda ha dato il via libera il 29 ottobre, scrivendo: «Il numero di partecipanti all’attuale programma di sviluppo clinico è troppo piccolo per essere rilevato qualsiasi potenziale rischio di miocardite associato alla vaccinazione. Il vaccino Covid-19 nei partecipanti di età compresa tra 5 e <12 anni sarà studiato in 5 studi sulla sicurezza post-autorizzazione, incluso uno studio di follow-up di 5 anni per valutare a lungo termine le sequele di miocardite/pericardite post-vaccinazione». Sempre l’Fda specifica poi: «I database di sorveglianza sulla sicurezza dei farmaci israeliani suggeriscono che i tassi di incidenza di rari casi post-vaccinazione di miocardite raggiungono il picco negli individui di età compresa tra 16 e 19 anni, maschi, e diminuiscono negli adolescenti, dai 12 ai 15 anni. Inoltre, la dose per i bambini di età compresi tra 5 e <12 anni è 1/3 della dose somministrata ai vaccinati più adulti (10 mg contro 30 mg). Sulla base di queste informazioni, è ragionevole prevedere che i tassi di miocardite post-vaccino saranno probabilmente ancora più bassi tra 5 e <12 anni di età, rispetto a quelli osservati negli adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni».

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