Se la politica ascolta il Paese

Protesta, invece, la Confindustria. Al di là delle forzature di parte, qui c’è davvero un problema. Nell’attuale assetto della rappresentazione politica, chi proclama di rivolgersi ai “ceti produttivi” intende perlopiù le parti più arretrate e meno produttive del nostro sistema economico. Conta, il pulviscolo delle microimprese, molti elettori; ma se si vuole spingere l’Italia verso il futuro non si può pensare soltanto a tutelarlo così com’è, occorre piuttosto aiutare le sue parti migliori. In teoria, ci sarebbero stati modi più “growth-friendly”, più favorevoli alla crescita, per usare quegli 8 miliardi di euro. Sarebbe stata una scelta di progetto, di non facile consenso tra gli elettori. Per chi si destreggia con razionalità fra pressioni contrastanti, il risultato è già discreto.

LA STAMPA

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