La lezione dimenticata della Polio
Fu annunciato ufficialmente al
mondo il 12 aprile 1955. Le famiglie ricevettero un vademecum:
«Genitori, questo messaggio riguarda voi e i vostri bambini». Tutti
leggevano quelle istruzioni e le seguivano. Il vaccino fu reso obbligatorio
e lo è rimasto fino a oggi. Con una differenza fondamentale: quello di
Salk era un virus inattivato, il processo per rendere innocuo il virus
non riesce sempre alla perfezione, per cui capitava, anche se raramente,
che fosse proprio il vaccino a causare la polio. «Non potrebbe
succedere la stessa cosa per il vaccino contro il Covid-19?», si
chiedono oggi molti genitori.
La risposta è no, non può proprio succedere: il vaccino di oggi non è
fatto con un virus, che per quanto inattivato è sempre un virus intero;
con il vaccino contro il Covid-19 il processo è completamente diverso,
per cui è assolutamente impossibile che chi si immunizza contragga la
malattia. Non solo: i vaccini contro il Covid-19 — infinitamente più affidabili
di quello di Salk contro la polio — sono già stati somministrati a più
di quattro miliardi di persone nel mondo (tra cui decine di milioni di
bambini; in tutto oltre 7,6 miliardi di dosi) e risultano essere i più
efficaci e anche i più sicuri della storia della medicina.
Negli anni delle epidemie di polio
più severe non c’era la capacità di fare screening tra la popolazione,
si testava solo chi aveva già i sintomi della malattia e stava
sviluppando una forma severa dell’infezione. Un po’ come se oggi si
dovesse aspettare a fare il tampone ai nostri bambini quando il Covid li
ha già costretti a un ricovero in ospedale.
La polio alla fine non c’è più, sarà così anche per il Covid-19?
Penso proprio di no. Questo virus è troppo contagioso per essere vinto
con il solo vaccino, sapremo tenerlo sotto controllo,
causerà forme più lievi, ma starà con noi per un bel po’. A patto che
si vaccinino i bambini, se no potrebbero essere proprio loro a essere
più colpiti dal virus — e sta già succedendo — e a sviluppare forme più
gravi di quelle che abbiamo visto finora.
La vittima più illustre della polio fu il Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt: a 39 anni fu colpito da una severa forma della malattia, così prima lanciò una fondazione e poi una vera e propria campagna per debellare la polio: con la cosiddetta «March of Dimes» si chiedeva ai cittadini di mandare monetine alla Casa Bianca per raccogliere fondi destinati a sconfiggere la paralisi infantile.
Quando arrivò il vaccino di Salk, il mondo intero tirò un sospiro di sollievo. «Ma cosa sarebbe successo — chiede il dottor Ashish Jha — se negli anni ‘50 ci fossero stati movimenti contrari al vaccino? Avremmo avuto lo stesso livello di copertura contro la polio? Ci avrebbero detto che la maggior parte dei bambini non rischiavano niente e che i più erano asintomatici? E che quelli che morivano erano di fatto pochissimi?». Vacciniamoli i bambini, contro Sars-CoV-2, oggi come abbiamo fatto con la polio.
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