Greta Beccaglia, la giornalista molestata in diretta tv dopo Empoli-Fiorentina: «Mi sono sentita come un oggetto su cui sfogare la rabbia»
Ha fatto discutere anche l’atteggiamento del collega in studio, Giorgio Micheletti, che le ha detto:
«Dai, non te la prendere, andiamo avanti». L’Ordine dei giornalisti lo
ha rimproverato definendo il suo «un comportamento incomprensibile».
«Giorgio
è un professionista serio. Credo che lì per lì non sia reso conto di
quello che realmente stava accadendo. E nel video che circola in rete si
sentono solo quelle due battute. Ma poi, in studio, si è scusato molte
volte e mi ha invitata a raccontare l’accaduto e a denunciare».
Il «non rendersi
conto» della gravità di certe aggressioni, che siano fisiche o verbali o
il minimizzarle fa parte di quella sensibilità che deve evolvere, non
le pare?
«Sì sicuramente. Per questo, a caldo, ho denunciato
subito l’accaduto e ho fatto una storia invitando, in privato ad
aiutarmi a identificare il molestatore, ero troppo indignata. Ma ora c’è
la polizia che sta indagando».
Come si spiega tanta aggressività?
«Non
me la spiego. Io in quel momento sono diventata un palo, un oggetto su
cui sfogare la propria rabbia. Perché la Fiorentina aveva perso? Non
credo c’entri molto. Mi sono anche detta che forse era ubriaco, ma
secondo i poliziotti con cui ho parlato uno che si sputa sulla mano
prima di colpire è consapevole di quello che fa. Sul momento mi sono
anche sentita in colpa».
In che senso?
«Mi
sono detta che magari non dovevo mettere i jeans stretti, che non
dovevo andare dove escono i tifosi, mi sono anche chiesta se ho fatto
qualcosa di sbagliato. Nei commenti sui social, purtroppo c’è chi fa
riferimento proprio ai miei jeans».
Si chiama vittimizzazione secondaria
e purtroppo capita spesso nei casi di molestie e di violenza: è il far
sentire una persona in qualche modo responsabile di un’aggressione
subita.
«Per fortuna ho ricevuto anche tanta solidarietà: molti tifosi uomini mi hanno scritto per chiedere scusa».
Il mondo del calcio è sessista?
«Ci
sono ancora troppe poche donne nell’ambiente. In studio ci sono solo
io. E ai colleghi maschi che vanno fuori dagli stadi non capita mai
quello che capita a me… i commenti, le battutine, ma stavolta davvero è
stato troppo».
Non le viene voglia di non fare più i collegamenti dallo stadio?
«No, no, allo stadio voglio tornare. Diciamo sempre che le cose devono cambiare e allora non devo tirarmi indietro. Martedì per Fiorentina-Sampdoria io ci sarò».
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