Vaccino ai bambini, Villani: «È sicuro ed è loro diritto riceverlo»
di Margherita De Bac
Il pediatra consiglia il vaccino ai bambini di 5-11 anni: «I genitori devono pensare a quello che perderebbero i piccoli in termini di qualità della vita. I casi di sindromi gravi non vanno sottovalutati anche se rari»
Vaccinarli «significa mettere al di sopra di tutto il loro benessere». Che non equivale soltanto all’assenza di malattie ma anche qualità delle loro giornate. «Mettiamo in condizione i piccoli di fare una vita da…piccoli. Quindi gioco, scuola, sport, distrazioni».
Alberto Villani, direttore dipartimento emergenza, accettazione e pediatria generale del Bambino Gesù, raccoglie in una frase le motivazioni che dovrebbero («e lo spero») convincere un genitore sull’importanza dell’anti Covid nell’età 5-11 anni.
Siamo a poche ore dal via libera dell’agenzia del farmaco Aifa alle dosi prodotte da Pfizer che saranno già disponibili (a detta del coordinatore del comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli) dal 23 dicembre. In previsione della scadenza Villani rivolge un appello.
Da dove cominciamo?
«Dal concetto di benessere. Non possiamo pensare di prendere come parametro i due estremi,la morte e la vita. Per i bimbi è fondamentale la qualità della vita, che è un bene supremo, necessario per crescere in salute. Se non lo possiedono rischiano di perdere serenità in una fase cruciale del loro diventare grandi».
Lei ha denunciato più volte l’aumento di problematiche di tipo psichiatrico e psicologico in questa fascia d’età, legate proprio alle regole restrittive imposte dal Covid.
«Anche al Bambino Gesù abbiamo osservato un aumento di patologie molto serie. Tentato suicidio, autolesionismo, disturbi del comportamento alimentare. La causa in parte è da attribuire alla reclusione in casa vissuta durante il lockdown e alle incertezze del dopo clausura. Mi riferisco all’impossibilità di frequentare la scuola, di ritrovarsi con i compagni, di fare una partita a pallone con gli amici. Per i figli unici l’isolamento è stato molto stressante».
La vaccinazione contro il Covid andrebbe considerata dunque uno strumento di salute sociale?
«Un bambino in salute è un bene sociale. La vaccinazione ha un ruolo determinante. C’è una fortissima indicazione da parte dei pediatri italiani, espressa con un documento appena pubblicato».
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