Covid e vaccini, i partiti non assecondino le paure delle famiglie

Marcello Sorgi

L’ allarme per la variante Omicron continua a crescere, sebbene per fortuna le prime notizie fornite dagli scienziati di fronte a questa nuova insidia del Covid siano più rassicuranti di quanto poteva sembrare di primo acchito. Il paziente 1 italiano, che dopo essere transitato, perfettamente tracciato, da Milano, ha raggiunto la sua terra natale a Caserta, sta meglio e trascorre la convalescenza a casa sua. I medici che hanno in cura lui e i suoi familiari garantiscono che il virus ha mostrato «una carica virale bassissima». Lo stesso si può dire per i componenti della squadra di rugby delle Zebre, contagiati anche loro in Sudafrica.

Per contro, sono purtroppo piene, o quasi piene, le terapie intensive del Friuli Venezia Giulia, da ieri in zona gialla. Ed è possibile che anche altre regioni del Nord debbano scontare cambiamenti di colore, con le restrizioni già a lungo sofferte in primavera. Il sogno di un Natale sereno, familiare o in vacanza, si sta rapidamente afflosciando. Sarà già un successo se si riuscirà ad evitare un nuovo lockdown, che porterebbe una gelata della ripresa economica appena cominciata. Molto dipenderà dai comportamenti – prestissimo, mascherine anche all’aperto – e dal senso di responsabilità individuali. Ma non solo. E non perché la temutissima variante si stia rivelando meno aggressiva. E neppure perché, a fronte di regioni in cui il quadro e la tendenza siano preoccupanti, ce ne siano altre in cui la situazione resta sotto controllo, e il ritmo delle terze dosi dei vaccini sia ovunque confortante. Tal che si può già sperare che entro gennaio la maggioranza dei cittadini si sarà sottoposto al richiamo, e un numero crescente di non vaccinati si sarà presentato per la prima dose, assottigliando le file dei No-vax, che pur continuano a manifestare. Gli ultimi tre giorni in cui purtroppo il mondo – dicasi il mondo intero – ha reagito alla nuova minaccia della variante Omicron chiudendosi, o preparandosi a chiudersi e a bloccare le frontiere, ci lasciano infatti una lezione sulla quale sarà opportuno riflettere, per il futuro, E cioè: ogni novità, piccola o grande, che riguardi il Covid, entra immediatamente nel meccanismo mediatico-scientifico-politico che ormai ci governa, senza distinzione tra Paesi e porzioni di paesi, Occidente e Oriente, aree ricche e meno ricche. Dappertutto, questo sistema integrato reagisce allo stesso modo, con l’allarme assoluto. E quando poi questa inquietudine si ridimensiona, per ragioni diverse come l’evidenza, i risultati scientifici, gli interessi economici, è sempre troppo tardi per tornare indietro. L’esperienza della variante Delta lo dimostra: presentata come subdola, invasiva, perniciosa, in grado di demolire le poche certezze maturate in un anno e mezzo di pandemia, è apparsa col tempo assolutamente tollerabile. Si è constatato che i vaccini, pur non essendo stati selezionati per questo genere di contagio, erano in grado di fronteggiarla del tutto o in parte, né più né meno come il virus precedente.

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