I morti sul lavoro nel 2021 segnano un nuovo picco: sono mille. Ecco i volti della strage

“Se io ho 42 ispettori del lavoro in ufficio a Reggio Calabria — ha raccontato Bruno Giordano, direttore dell’Ispettorato nazionale — e le Asl ne hanno invece 10 tra Reggio, Palmi e Locri, perché non devo poter mettere a disposizione delle Asl i miei ispettori?”. E ancora: in Italia gli operai edili over 60 sono costretti ad arrampicarsi sui ponteggi dei cantieri perché, tra intermittenza dei contratti e lavoro nero, non riescono a raggiungere i contributi per la pensione. O se la raggiungono è troppo bassa. Così il boom dei cantieri per i vari bonus edilizi, ha fatto aumentare in misura esponenziale gli incidenti dei muratori “anziani”.

L’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha chiesto al governo di abbassare da 36 a 30 gli anni minimi di contribuzione per la pensione degli edili, ma non c’è stata risposta. “Un infortunio non è solo un danno alla persona — dice Giordano — ma anche allo Stato. Abbiamo spese legali, previdenziali, sanitarie, giudiziarie. Tutto questo rappresenta almeno il 3% del Pil. Riceviamo ogni giorno segnalazioni di morti sul lavoro, soprattutto tra le 11 e le 15. In quelle ore ho paura a guardare whatsapp”.

Morire di lavoro: il dossier completo

Repubblica dedica uno spazio fisso alle morti sul lavoro. Sul nostro sito il racconto delle vite di ciascuna vittima. Vite invisibili e dimenticate. Morire di lavoro vuole essere un memento ininterrotto rivolto a istituzioni e politica fino a quando avrà termine questa strage.

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