Il Senato dei ribaltoni: nel voto su Lotito prove di Quirinale
Un campanello d’allarme che ieri è risuonato forte e chiaro nell’emiciclo del Senato. Anche perché un episodio analogo si è poi verificato sulla vicenda di Adriano Cario, eletto in America Latina: il primo odg, che ne chiedeva la decadenza “per brogli” con contestuale subentro del dem Fabio Porta, è stato bocciato con sei voti di scarto. Subito dopo, però, un secondo odg che sollecitava la sola espulsione di Cario (senza subentro di Porta) è stato approvato con gli stessi sei voti di scarto.
Colpa, secondo gli esperti in “franchi tiratori”, del tutti contro tutti in casa centrodestra. Per l’intera mattinata Lega e FdI si sono scambiati dispetti: su Lotito, ma pure sugli altri due seggi in lizza. Uno in Veneto, dove il posto dello scomparso senatore leghista Saviane è stato attribuito alla calabrese Minasi, mentre Giorgia Meloni lo reclamava per il suo primo dei non eletti nella regione guidata da Zaia. L’altro in Puglia, assegnato per errore alla forzista Minuto (data in avvicinamento al Carroccio) e “restituito” al collega di partito Boccardi (con l’aiuto di Fdi). “Se questa è la prova generale dell’elezione del capo dello Stato è un vero disastro”, sbuffa l’azzurro Cangini. “Spero che il mese e mezzo che ci separa dall’inizio della partita sul Quirinale consenta al centrodestra di trovare quell’unità che oggi è mancata”.
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