Da Forza Italia a Di Maio: ecco il fronte trasversale che chiede a Draghi di restare
A stanare i dem dal loro rifugio («Non è ancora tempo di parlarne», ripeteva come un mantra Letta) ci ha pensato Giancarlo Giorgetti. Il numero due della Lega ha infatti avanzato una proposta a dir poco audace: una sorta di «semipresidenzialismo» di fatto con il quale affidare a Draghi il Quirinale e la supervisione di Palazzo Chigi (lasciata in gestione al ministro Daniele Franco o alla Guardasigilli Marta Cartabia). Al Nazareno hanno subito alzato la voce: invocando un intervento del segretario. Ed è così che alla festa del Foglio Enrico Letta non ha potuto far altro che confessare che il voto anticipato non è auspicabile: «Una maggioranza così larga, poi, è l’occasione più unica che rara per mettere mano alle riforme istituzionali». Questa difesa di Draghi a Palazzo Chigi, poi si traduce anche nella affannosa ricerca di un candidato valido da contrapporre a Berlusconi, visto il no di Mattarella per un bis. D’altronde il «contesto di salvezza nazionale» non si esaurisce qui. «Questo governo – sintetizza la ministra Mara Carfagna – è nato per fronteggiare la pandemia e ricostruire l’economia. I passi avanti vanno consolidati nel 2022». Che poi è più o meno lo stesso ragionamento che fanno pure Matteo Renzi e Carlo Calenda.
IL GIORNALE
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