Covid, Figliuolo: “Natale sicuro, ecco il piano. Pronti a vaccinare entrando casa per casa”
La campagna vaccinale per i bambini sembra partita bene ma il
Sud arranca. Cosa si può fare per convincere le famiglie titubanti?
«Credo
molto nel ruolo sempre più importante che stanno giocando i pediatri di
libera scelta, persone di fiducia e di riferimento per le famiglie. A
questo si aggiungono diverse iniziative locali di informazione nei
confronti dei genitori, per approfondire il tema con l’intervento di
medici ed esperti. Sono sicuro che questa positività si irradierà in
tutto il Paese».
Che copertura vaccinale vi attendete per la fascia 5-11 anni?
«Noi
siamo pronti a vaccinare tutta la platea. Le Regioni hanno registrato
un buon numero di prenotazioni e stanno realizzando in molti casi
progetti ad hoc per i piccoli. Ci sono hub dedicati ai bambini con aree
giochi e di intrattenimento. Anche la Difesa ha creato una struttura a
Roma, alla Cecchignola, in coordinamento con la Regione Lazio e
l’ospedale pediatrico Bambino Gesù».
Abbiamo sufficienti vaccini formato pediatrico per coprire 3,6 milioni di bambini?
«Dopo
l’approvazione dell’Aifa, la struttura che dirigo ha programmato la
distribuzione a dicembre di 1,5 milioni di dosi pediatriche di vaccino
Pfizer. Si tratta della prima tranche per iniziare subito a vaccinare,
che verrà poi integrata da gennaio in avanti».
A quale ritmo di somministrazioni quotidiane puntate da qui alla fine delle festività?
«I
target minimi finora indicati per il mese di dicembre sono stati
pienamente rispettati. Le Regioni stanno superando le aspettative e si è
creato un bell’effetto emulativo, e ciò è assai importante per
anticipare le mosse del virus. Ora contiamo di mantenere la media di 500
mila somministrazioni nei feriali e di 300-350 mila nei festivi, da qui
fino al 26 del mese. Gli approvvigionamenti e le riserve disponibili
costituiscono il potenziale per vaccinare tutti coloro che si
presenteranno, nel rispetto delle tempistiche tra una dose e la
successiva».
Le Asl sono sempre più in affanno con il contact tracing. Lei aveva promesso l’aiuto dell’esercito. C’è stato?
«La Difesa ha messo a disposizione undici laboratori per processare tamponi Pcr in otto Regioni, oltre a diversi team sanitari mobili sul territorio nazionale che integreranno le attività delle Asl per il tracciamento nelle scuole, a seguito del rilevamento di un caso di positività. Ancora una volta si tratta di un contributo qualitativo per potenziare il sistema di tracciamento in atto delle Regioni e delle Province autonome, che sono fortemente impegnate in questa attività. I primi team sono già intervenuti su richiesta di alcune Asl piemontesi».
Essere al comando del Covi potrà essere utile anche per l’azione di contrasto alla pandemia e per la campagna vaccinale?
«Decisamente sì. Dal Comando Operativo di Vertice Interforze dipendono già l’hub nazionale di stoccaggio vaccini e tutti i contributi essenziali che le Forze Armate, grazie alla grande disponibilità assicurata dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, stanno fornendo alla campagna vaccinale. Specie con i team sanitari mobili che portano le vaccinazioni nelle zone remote del Paese, facendo un lavoro di grande qualità casa per casa, in favore di persone anziane e fragili che hanno difficoltà ad accedere alla vaccinazione».
LA STAMPA
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