Omicron e i contagi che corrono, cosa rischia l’Italia? Battiston: “Se non si argina, la strada estrema sarà il lockdown”
Giampiero Maggio
La variante Omicron spaventa il mondo. Il Regno Unito è alle prese con un picco di contagi assolutamente imprevedibile solo qualche mese fa, prima che questa ennesima mutazione del ceppo originario del virus fosse scoperta. Dall’Unione Europea arriva l’allarme lanciato da Ursula Von der Leyen, che parla di «situazione sconvolgente», mentre l’Italia (tra le Nazioni in Europa messe meglio) allunga lo stato di emergenza al 31 marzo.
Professor Roberto Battiston, lei da quando si è iniziato a parlare di coronavirus ha studiato l’andamento della pandemia: che cosa ci può dire di quest’ultima variante scoperta, della Omicron?
«Bisogna mantenere un’elevata attenzione, questo ormai è assodato. Per ora i dati che abbiamo a disposizione sono parziali, ma sufficienti per dire che siamo in presenza dell’ennesima mutazione che però rischia di mettere in crisi il sistema. Io non faccio l’epidemiologo, ma studio i numeri, incrocio i parametri e cerco di capire attraverso questi in che direzione stiamo andando».
Lei che idea si sta facendo?
«Occorre sottolineare un punto fondamentale: oggi la nostra strategia di difesa è basata sui vaccini. La società si è rimessa in moto in modo quasi totale, basandosi su questo tipo di protezione. Ogni diminuzione dell’ efficacia di questa difesa ci può mettere in difficoltà, perché i rapporti interpersonali sono molto intensi e il contagio può diffondersi velocemente. Detto questo necessario contestualizzare. Non è sufficiente dire che la variante Omicron è più contagiosa. Bisogna capire come mai, nonostante così tanti vaccinati, sia in grado di diffondersi così velocemente».
Che spiegazione dà?
«Leggendo la letteratura scientifica che inizia a circolare, appare che i vaccini che abbiamo a disposizione non siano in grado di proteggerci dal contagio come hanno fatto per le altre varianti. Ad iniziare dalla Delta. Per fortuna sembrano proteggerci invece dalle forme più gravi. La spiegazione sul perché si diffonda così velocemente è probabilmente legata a questi due aspetti: società aperta e minore protezione vaccinale».
Studi inglesi sostengono che la capacità di raddoppio dei contagi da Omicron sia di appena due giorni. È impressionante, fermarlo sembra impossibile.
«Occorre fare attenzione. Guardiamo all’indice R0, che definisce la “forza” dell’epidemia, cioè la scala di severità del virus, nel senso della sua capacità di diffondersi. R0 è il numero di replicazione di base, cioè il numero di soggetti che possono venir infettati da un solo individuo durante tutto il suo periodo contagiosità. Bene, il primo ceppo, quello di Wuhan aveva valori tra 3 e 3,5, subito dopo Alfa si è attestato su 5 e la variante Delta sta tra 8 e 8,5. Da quel che si ottiene dai dati che fin qui abbiamo a disposizione, possiamo dire che la Omicron si attesa tra 3 e 3,5. All’incirca come il primo ceppo, che però era comunque molto contagioso. Basti ricordare l’altissima capacità di diffusione che il virus aveva nel marzo 2020, quando non esisteva il vaccino e pochissimi si muovevano con protezioni e mascherine. Cosa siamo stati costretti a fare per raffreddare il contagio? Un duro lockdown, attivato nel giro di 15 giorni».
Pages: 1 2