L’idea presidenzialista figlia della palude
È ovvio che se il capo dello Stato viene evocato come il re taumaturgo della nostra repubblica le persone reclamino poi il diritto di eleggerlo da sé, e non per interposti deputati e senatori. E se la sua elezione deve diventare un mistero, un romanzo a chiave che può essere decifrato solo da un ristretto nucleo di mandarini del potere, è altrettanto ovvio che la suggestione del presidenzialismo guadagni proseliti. Occorrerebbe invece ribadire il senso della nostra cara vecchia repubblica parlamentare. Impresa che sarebbe di grande utilità sia per i partiti, o quel che resta di loro; sia per i molti candidati che non verranno eletti. E a cui non mi sento di augurare il destino delle vittime di Squid game.
LA STAMPA
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