“Italia mai cresciuta tanto”. Lo spot della von der Leyen inchioda Draghi al governo
Perciò gli occhi di tutti sono puntati sulla conferenza stampa di fine d’anno di mercoledì, durante la quale Draghi traccerà un bilancio e forse, chissà, farà capire che cosa vuole fare da grande. Speranza che probabilmente rimarrà tale, qualunque sia l’intenzione del premier. Primo, al Colle non ci si candida: la questione non è nella sua «disponibilità», bensì è materia di competenza parlamentare. Secondo, anche una vaga disponibilità lo esporrebbe alle manovre di chi gli vuole sbarrare la strada. Terzo, come ha spiegato ai ministri, lui «pensa a governare» e qualunque cosa dichiari in un senso o nell’altro, qualunque umore lasci trapelare in questo momento, destabilizzerebbe il quadro politico e complicherebbe il salvataggio sanitario ed economico dell’Italia. Magari farà un cenno alla durata della legislatura, augurandosi che arrivi a scadenza naturale nel 2023, lasciando così libere le varie interpretazioni. Vuole che duri perché deve completare la missione di governo? Non vuole che il primo atto da capo dello Stato sia lo scioglimento anticipato delle Camere?
Poi, il virus. L’aumento dei contagi, con gli ospedali che si riaffollano sotto Natale e le vaccinazioni da estendere, è la variabile. Mercoledì, dopo la conferenza stampa in diretta televisiva, il premier riunirà la cabina di regia per esaminare gli ultimi dati sul Covid e decidere quali misure prendere. Il punto non è se ci sarà una stretta, ma quanto sarà energica. Ecco, la pandemia può davvero rimescolare le carte. Si può passare la mano in piena tempesta Coronavirus?
IL GIORNALE
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