Berlusconi: mi ritiro solo se c’è il premier. Amato, Casini, Moratti i nomi per un accordo
Giovedì, antivigilia di Natale, si celebrerà il vertice del centrodestra, tanto auspicato da Matteo Salvini e considerato dagli altri forse inutile, ma certo non dannoso: e quindi appuntamento sull’Appia Antica a pranzo. Cosa si diranno Berlusconi, Salvini e Meloni? C’è un ordine del giorno ufficiale e uno non detto, ma quasi scontato: «Parleremo di manovra e di amministrative», fanno sapere da Forza Italia. Ma è inevitabile che il discorso cada sul Quirinale. Berlusconi chiederà di non scoprire le carte, ma pretenderà fedeltà. I «due allievi», come li chiama con paternalismo il Cavaliere, diranno di sì, ma chiederanno: «Cosa facciamo se si presenta Draghi?». Berlusconi a quel punto potrebbe ritirarsi, con l’onore delle armi, magari attribuendosi il merito della scelta. Ma Fratelli d’Italia e Lega (e anche alcuni parlamentari di FI) temono che, ingolosito dalla prospettiva, il Dottore voglia andare alla conta in parlamento e in Transatlantico impazza la voce: Berlusconi vuole farsi nominare grande elettore per controllare le votazioni. «La domanda è: quando si fermerà», si chiede un colonnello della Lega. Difficile che arrivi una risposta al vertice di giovedì.
LA STAMPA
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