Il FantaColle | Se i partiti giocano alla Prima Repubblica, per loro è finita
Ipotesi e voci di corridoio sull’elezione del presidente. Così un/una «quirinabile»: «I partiti temono Draghi, non lo voteranno. Serve l’intesa prima di entrare a Montecitorio»
Questa rubrica si basa esclusivamente su ipotesi, ragionamenti, voci e chiacchiere di corridoio. Come il Fantacalcio, serve solo per giocare.
Il/la «quirinabile» (ce ne sono in giro almeno una dozzina) non crede che Draghi ce la farà. Altrimenti, del resto, non avrebbe speranze. Scommette perciò su un altro scenario. «Se hanno un briciolo di sale in zucca, il presidente stavolta lo fanno al tavolo dei partiti, prima ancora di entrare a Montecitorio per le votazioni. Nel 2022, sotto attacco Omicron, con partiti deboli e screditati, se cominciano a giocare alla Prima Repubblica, votando due volte al giorno per una settimana, con franchi tiratori, schede bianche e schede nulle, gli italiani si mettono a ridere. Finisce come il sorteggio di Champions League. Per cui, se sono saggi, fanno un accordo di tutti o quasi. È così fregano sia Berlusconi sia Draghi.
Il primo perché nessuno lo vuole davvero. Salvini e Meloni devono solo fare un passaggio formale, per lealtà, e farsi bocciare il nome dagli altri. Ma Draghi pure non lo vuole nessuno. Con lui a Palazzo Chigi i partiti non toccano palla, non li tratta, non li vuole, non li cerca. Se va al Quirinale, non li invita neppure alla Festa della Repubblica. Ne hanno paura. Nessuno metterà il veto sul suo nome, ma nessuno lo proporrà. È così, eliminata la prima fila, verranno in campo la seconda e la terza. Stavolta tocca al centrodestra fare il nome, lo ha riconosciuto anche Renzi.
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