Lavoro e scuola, Draghi non si incaponisca: i fatti hanno la testa dura

Domenica sono andato a farmi somministrare la terza dose e, benché fossi prenotato per le 17.40, me l’hanno somministrata alle 19.55. S’era deciso di aprire a nuove prenotazioni così quelli prenotati come me per le 17.40 erano una trentina, e altrettanti i prenotati per dieci minuti prima e dieci minuti dopo, e l’intasamento, vorrei dire l’assembramento, è stato l’esito naturale. Si cominciano a vedere sui giornali foto di code agli hub vaccinali e stamattina leggo di Milano, addirittura di assalti, tanto da indurre Letizia Moratti a invocare i milanesi di restarsene a casa fino a ufficiale convocazione.

Intanto che ci occupiamo di no vax con progressivo risentimento sino ai confini dell’isteria (incantevole il caso di Novak Djokovic), c’è la smisurata maggioranza di sì vax che deve aspettare mentre omicron infuria: è l’inscenamento del ritardo di almeno un paio di settimane dell’avvio della campagna per la terza dose. Noi, fedeli a Mario Draghi come alla Madonna pellegrina, e come la Madonna pellegrina ce lo porteremmo stasera al Quirinale, dobbiamo dirlo, è stato un errore e non lieve: la prepotenza di omicron non è una sorpresa, ha ricordato stamattina sulla Stampa il fisico ed epidemiologo Alessandro Vespignani. Da molte settimane avevamo informazioni precise sull’andamento del virus e il «decisore», termine pudico speso da Abrignani per indicare la presidenza del Consiglio, era dotato degli elementi necessari per prendere tempestive contromisure.

Un errore è un problema ma incaponirsi è un disastro e l’impressione è che, insistendo sulla normale ripartenza delle scuole e su una formale opposizione allo smart working, il governo si stia incaponendo. Sullo smart working ieri sera il ministro Renato Brunetta (un amico di Huffpost e ci auguriamo una sua lunga vita al ministero) ha diffuso qualche utile precisazione: il lavoro agile c’è già, continuerà a esserci e la polemica è un po’ fuori luogo. Senz’altro vero, ma con un milione e 265 mila positivi, con un numero di nuovi contagi costantemente sopra i centomila, con una quantità di decessi tornata all’enormità (ieri 259), coi reparti negli ospedali che ricominciano a essere chiusi per ospitare i malati di covid, e col picco ancora lontano dall’essere raggiunto, ci si aspetterebbe che lo smart working fosse incoraggiato, e infatti è già il rifugio estremo delle aziende private.

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