Lavoro e scuola, Draghi non si incaponisca: i fatti hanno la testa dura

Quanto alla scuola c’è da sentirsi peggio. I ragazzi sono meno vaccinati degli adulti, intaseranno i mezzi pubblici, si affolleranno nelle aule, finiranno inevitabilmente col portare il virus in casa e dunque, per non chiudere le scuole ora, si lascerà che a chiuderle si incarichi la pandemia, e per non rallentare il paese ora si lascerà che si incarichi la pandemia a paralizzarlo. Non mi pare un grande affare. Che impedimento c’è a istituire un mesetto di didattica a distanza per evitare che la didattica a distanza si imponga domani e dopodomani, prima qui e poi là, in un tuffo nel caos e con effetti peggiori? Forse l’impedimento è l’orgoglio di un governo impegnato a preservare il Pil così magnificamente al galoppo, e a onorare l’imperativo di mantenere in funzione le scuole dopo un biennio disastroso per la tenuta culturale e psicologica degli studenti. Ma a prendere a testate l’evidenza dei fatti si ottiene soltanto di rompersi la testa.

L’HUFFPOST

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