Covid, lunedì si torna in classe, ma la scuola è davvero sicura? Quello che è stato fatto è quello che non è stato fatto
Dad
L’Associazione nazionale presidi propone la dad (didattica a distanza) fino ad inizio febbraio per spingere le vaccinazioni dei bambini e punta il dito contro le difficoltà nel tracciamento e sui ritardi nei tamponi. «Ho l’impressione che la tempistica dei tamponi e del tracciamento non riesca a migliorare rispetto al passato. Questo crea problemi», evidenzia Antonello Giannelli, presidente dell’Anm. Sul piede di guerra anche i sindacati. «Abbiamo sempre chiesto valutazioni su dati certi – sostiene il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi- quei dati relativi al contagio nelle scuole e agli effetti della pandemia, che da due anni ancora non si conoscono. Sappiamo solo da ciò che arriva dalle scuole, dalle situazioni reali, un vero e proprio grido di dolore in merito alle misure varate dal governo per il rientro in classe. Siamo in una situazione di grande difficoltà ed incertezza e queste nuove norme non aiutano certo a programmare e organizzare il lavoro e dare certezze a famiglie e studenti».
In presenza
A ribadire, invece, la posizione dell’esecutivo è il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso. «Il governo- precisa- ha sempre detto che avrebbe garantito la didattica in aula, e io sono d’accordo. Le autorità sanitarie e scientifiche ci consegnano un quadro di vaccinati alti tra i docenti e gli studenti sopra i dodici anni e di alunni con il Covid a meno dell’un per cento». Per il sottosegretario «il problema è che il milione di docenti italiani non e’ tutto pronto per questa nuova didattica, non è stato formato per trasmettere il sapere in via digitale. La didattica a distanza, poi, per i ragazzi disabili è solo un male. E segnalo che i reparti di neuropsichiatria infantile si stanno riempiendo. La tossicità digitale tra i ragazzi è in crescita, non possiamo riaffidarci a questa Dad emergenziale».
LA STAMPA
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