Quirinale, Di Maio, Franceschini o Giorgetti: tre nomi per Palazzo Chigi con Draghi capo dello Stato
Il corpaccione dei 5 Stelle, che nonostante le divisioni interne vanta il numero di grandi elettori più numeroso, ha come primo obiettivo il proseguimento della legislatura ma non manca di ambizioni per la guida dell’eventuale, nuovo governo. E, relativamente a sorpresa, è proprio dal Pd che gli arriva un assist. Da quelle parti si ragiona così: l’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale si rafforza, Matteo Renzi se ne è accorto e ha in parte corretto Maria Elena Boschi, rimasta ferma sulla linea dell’inamovibilità da Palazzo Chigi. Si è messo spregiudicatamente alla guida, sostengono, di un treno che lo stava sorpassando. La nuova maggioranza? Non potrà esprimere altro che un governo elettorale, che fronteggi il Covid, gestisca il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, forse, vari una nuova legge elettorale proporzionale, nel segno delle mani libere per tutti. E, se non si vuole un tecnico, a guidarlo potrebbero essere proprio i Cinque Stelle, partito di maggioranza relativa, con Luigi Di Maio a Palazzo Chigi. Con quali voti? In questo Parlamento, è la convinzione, i consensi per non vedere concludersi la legislatura si trovano, anche se Salvini e Renzi scegliessero di restare alla finestra.
L’incognita Lega , appunto. Dagli albori della battaglia del Quirinale i leghisti si sono premurati di far sapere che se Draghi traslocasse loro lascerebbero il governo. Ora non sono più così ultimativi ma insistono: è l’ora che sul Colle salga un presidente indicato dal centrodestra. E osservano con interesse la vicinanza rinnovata con i 5 Stelle dopo l’ultimo Consiglio dei ministri. Un’intesa che potrebbe avere sviluppi anche in chiave Quirinale, con Salvini che continua a sentire riservatamente tutti i leader. Certo, in quel caso non potrebbe essere Berlusconi il candidato, e nella Lega si avverte la voglia di chiudere in fretta quella pratica. Ma se invece dovesse essere Draghi a salire sul Colle, spunta anche il nome di Giancarlo Giorgetti come nuovo premier. Ipotesi osteggiata da Salvini, che magari potrebbe anche restare in maggioranza per gestire il Pnrr, ma non con Giorgetti premier, che finirebbe con il far fare alla Lega il sacco dei pugni.
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