L’emergenza Covid spinge Draghi al Quirinale. Il centrodestra prova a giocare la carta Frattini
Annalisa Cuzzocrea
Come una pietra che rotola, il Paese scivola verso una soluzione di emergenza anche per il Quirinale. È questo che nelle ultime ore si sono detti molti leader di partito e ministri. Fatta eccezione per Matteo Salvini, che si ostina a non scoprire le sue carte. E per Silvio Berlusconi, che ripete a chi va a trovarlo: «Dopo tutto quello che ho subito in questo Paese, il minimo è che io diventi presidente», sono in troppi ormai a pensare che con un numero di contagi così alto ci sono solo due scenari da porre a salvaguardia del sistema: il primo, è la permanenza di Sergio Mattarella al Colle. La truppa di parlamentari che lo propone è sempre più folta, va oltre i senatori 5 stelle e i giovani turchi del Pd. La via, strettissima, sarebbe che a chiederlo per via dell’emergenza fosse tutto l’arco parlamentare o quasi. Ma Giorgia Meloni ha fatto sapere anche in queste ore che – nel caso di Fratelli d’Italia – questo non avverrà mai. Ed è pressoché convinta che sulla stessa strada sia pronto a seguirla Matteo Salvini.
L’altro scenario è che al Colle ci vada proprio Mario Draghi. Nonostante Goldman Sachs consigli che resti dov’è. Nonostante l’avvertimento della Lega: «Siamo al governo finché c’è lui», il timore di perdere in un colpo solo sia il punto di riferimento dell’attuale capo dello Stato che quello del premier potrebbe portare alla soluzione che nessuno in queste ore sostiene, se non a taccuini serrati. Con una subordinata ripetuta nelle riunioni ristrettissime, lontane dalle paure dei parlamentari semplici: la conseguenza potrebbe essere un governo elettorale, che faccia l’indispensabile nell’emergenza e conduca al voto in autunno.
Berlusconi a parte, che stando ai racconti del Transatlantico sta chiamando i grandi elettori uno a uno per ingraziarseli, l’ostacolo è appunto la Lega tendenza Salvini. Dice Claudio Borghi, deputato fedelissimo al segretario: «Ma che senso avrebbe, se davvero volessimo liberarci di Draghi, mandarlo al Quirinale? Magari per fare premier Franceschini? Il centrodestra ha per la prima volta la maggioranza relativa dei grandi elettori per il Colle e dovrebbe lavorare per gli altri? Fosse il Pd al nostro posto, avrebbe già imposto un nome suo». L’idea che vive sia in un pezzo di Lega che di Fratelli d’Italia, con l’ambizione di contagiare Forza Italia – sempre che Berlusconi faccia un passo indietro al «penultimo momento utile», come prevede chi lo conosce – è quella di trovare un nome di centrodestra abbastanza alto da allargare il consenso.
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