Tito Boeri: “Il governo non può fare altro decifit, piuttosto tagli i fondi al superbonus”
Luca Monticelli
«L’obbligo vaccinale con multa da 100 euro rischia di essere un boomerang. Mentre il Super Green Pass andava esteso a tutti i lavoratori». Tito Boeri, economista e docente della Bocconi, nutre forti dubbi sull’efficacia della stretta per gli over 50, stabilita dall’ultimo Consiglio dei ministri. «La multa di 100 euro è un risparmio rispetto al costo di ripetuti tamponi e può dare identità collettiva a chi non si vaccina nel rifiuto delle sanzioni, con contenziosi amministrativi interminabili». Quanto al nuovo Decreto Ristori in arrivo, Boeri mette in guardia la politica: «Non è il momento di fare altro deficit, se servono dei soldi si taglino le risorse stanziate per il Superbonus».
Perché è scettico sulle misure anti Covid dell’esecutivo?
«Non ho delle riserve di natura morale sull’introduzione di un obbligo di vaccinazione, nella maniera più assoluta. Già nel 1905 una sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti decise che era possibile introdurre degli obblighi vaccinali, contemplando anche delle ammende e delle sanzioni, l’unica cosa illegittima deliberata era immunizzare forzosamente le persone. E stiamo parlando degli Stati Uniti, un paese con una tutela della libertà personale molto forte e radicata».
Cosa non la convince allora?
«I sondaggi ci dicono che le persone che non si sono ancora vaccinate, di fronte a un’imposizione per legge potrebbero avere una reazione opposta, di rigetto, di contrapposizione. Il grado di accettazione degli obblighi vaccinali è elevato soltanto tra coloro che hanno già fatto le iniezioni. In Italia c’è uno zoccolo duro di circa il 5% che non ha alcuna intenzione di vaccinarsi e difficilmente è recuperabile. Però, c’è un altro 10% di cittadini incerti, che non definirei No vax ma Ni vax che potrebbero essere convinti con una campagna di informazione capillare».
Come dovrebbe essere questa campagna di informazione?
«Occorre mobilitare i medici di base perché hanno un vantaggio notevole: sono stati scelti, i pazienti si fidano di loro e quindi possono dialogare ed entrare in contatto con le persone ad una ad una. Il pericolo vero che io vedo è che non vaccinarsi diventi una questione identitaria. La gente ha paura, cerca una motivazione razionale con delle teorie astruse e magari trova conferme in persone autorevoli come Cacciari che non hanno alcuna competenza e capacità di leggere i numeri e le statistiche, ma danno dignità intellettuale alle tesi No vax».
Cosa dovrebbero dire i medici ai pazienti contrari?
«La variante Omicron è estremamente contagiosa e anche isolandosi è quasi impossibile sfuggire al virus con tutti i rischi che ne conseguono per chi non è vaccinato. Le cose sono cambiate, rispetto alla prima fase della pandemia. Devono prenderne atto. Ciò che hanno detto o fatto sin qui non conta. Conta ciò che fanno adesso».
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