Tito Boeri: “Il governo non può fare altro decifit, piuttosto tagli i fondi al superbonus”
Il governo ha esteso il Super Green Pass sul lavoro agli over 50, chi non si adegua viene sospeso e perde lo stipendio. Non le sembra una norma convincente?
«Condizionare il lavoro all’essere vaccinato mi sembra una misura giusta ed efficace perché ha una leva molto forte, lo stipendio oltre alla multa. Non vedo però perché limitarlo agli over 50. Tra l’altro così si complicano anziché semplificare i controlli».
È in arrivo un nuovo Decreto Ristori da due miliardi e i partiti chiedono un altro scostamento di bilancio. Cosa ne pensa?
«È estremamente rischioso fare altro deficit in questo momento. Abbiamo già avvisaglie di un rialzo dei tassi Oltreoceano e ci sono tanti fattori di incertezza come possibili crisi del debito in America Latina. Il governo ha voluto indebitarsi il più possibile con l’Europa, prendendo il massimo dei fondi concessi a prestito dal programma Next generation Eu e noi siamo l’unico paese dell’Unione ad aver fatto questa scelta. Stiamo già percorrendo una strada di sovraindebitamento e non mi si dica che la spesa per il Superbonus edilizio, con le frodi denunciate dal presidente Draghi, sia un modo produttivo di spendere le risorse. Se c’è bisogno di recuperare altri soldi si riducano gli stanziamenti per il Superbonus che stanno scatenando un rialzo dei prezzi delle ristrutturazioni delle nostre case, ostacolando la loro riconversione energetica».
Il lavoro agile nel pubblico impiego resta al 49%. Si poteva fare di più?
«Credo di sì, ma bisogna organizzare lo smart working in modo più efficiente perché non possiamo permetterci di non garantire servizi alla popolazione. Deve davvero diventare uno strumento in cui si lavora a distanza in modo efficiente e questo significa contemplare inevitabilmente una misurazione della produttività almeno a livello di singola unità amministrativa, dato che l’orario di lavoro perde importanza. Finché non si adotteranno misurazioni di produttività che siano adeguate ad una condizione in remoto, il lavoro a distanza nella Pa rischia di avvenire a detrimento dei servizi offerti ai cittadini, cosa che non possiamo permetterci in un momento come questo in cui lo Stato è così presente nelle nostre vite».
È giusto prevedere alle medie e alle superiori che con tre positivi la Dad sia destinata solo ai non vaccinati?
«La didattica a distanza va limitata il più possibile, ma nel momento in cui vi si ricorre penso vada attuata senza creare delle barriere tra gli studenti. Altrimenti, anche in questo caso, si rischia di offrire un riconoscimento identitario collettivo a chi non si vaccina».
LA STAMPA
Pages: 1 2