“Nucleare o transizione impossibile”. “No, puntare sulle rinnovabili”

Ora il tema del nucleare pulito divide la maggioranza. Ecco le posizioni del senatore forzista Massimo Mallegni e del capogruppo del M5S alla Camera Davide Crippa

Francesco Curridori

"Nucleare o transizione impossibile". "No, puntare sulle rinnovabili"

Ora a dividere la maggioranza è il tema del cosiddetto nucleare pulito che l’Unione Europea vorrebbe inserire tra le fonti green. Per la rubrica Il bianco e il nero ne abbiamo parlato con il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni e il capogruppo del M5S alla Camera Davide Crippa.

È favorevole all’utilizzo del nucleare pulito?

Mallegni: “È complicato in un momento come questo e come imprenditore dire no al Nucleare. La dipendenza italiana per la produzione dì energia è tale che il Paese si deve assumere delle responsabilità. Dire no oggi non va più bene!”.

Crippa: “Ma cosa significa nucleare pulito? Per ora parliamo al più di sperimentazioni, non certo di tecnologie pronte all’uso. Oggi l’unico nucleare di cui potremmo disporre è quello contro cui si sono espressi ben due volte gli italiani con un referendum, molto costoso e altrettanto rischioso. Quanto all’aggettivo “pulito”, vedo che se ne fa un uso troppo disinvolto: vorrei ricordare che è stato usato troppo spesso, in passato, per ammantare di una presunta aura di sostenibilità fonti energetiche che non lo erano affatto. Dunque, per rispondere alla domanda: non posso essere favorevole a una tecnologia che non è disponibile e che deve ancora dimostrare la sua eventuale capacità di ridurre costi, rischi e scorie. Se oggi per assurdo dicessimo di sì a una centrale, per prima cosa dovremmo stabilire il luogo dove farla. Chi propone una nuova stagione dell’atomo dovrebbe dirci anche dove vuole costruire gli impianti: dato che nessuno lo fa, devo riscontrare un primo elemento di scarsa serietà. I leader del centrodestra sono così certi che i loro sindaci e amministratori locali siano disposti a ospitarne una? Le difficoltà che si stanno evidenziando con l’individuazione del deposito unico delle scorie nucleari italiane sono un campanello d’allarme da non sottovalutare: non mi pare di vedere file di sindaci della Lega pronti a trovare spazio per una centrale nei loro territori. Poi c’è il fattore tempo: dobbiamo ridurre il caro bollette oggi o quando tra 10-15 anni sarebbe operativa la prima centrale? Dobbiamo azzerare le emissioni al 2050 o quando tra 60 o 70 anni si passerà al nucleare abbandonando le altre fonti? E poi: dove le mettiamo tutte le scorie prodotte? La ‘pandemia energetica’ e la crisi climatica sono problemi troppo seri per lasciare spazio alla propaganda nuclearista: è il caso di guardare alle tecnologie di cui già disponiamo e non a ricette vecchie, pericolose e per nulla economiche. Il reattore di Olkiluoto, in Finlandia, è costato tre volte più di quanto preventivato. Il cantiere è iniziato nel 2005 e solo oggi è partita la fase di test, con 12 anni di ritardo. Nasce vecchio, con costi esorbitanti e di certo l’energia che produrrà non sarà ‘a buon mercato’: il nucleare senza sussidi pubblici non sta sul mercato”.

Senza il nucleare pulito, si può comunque raggiungere la transizione ecologica?

Mallegni: “Direi quasi impossibile. Sostenere il contrario significa mettere la testa sotto la sabbia e imbrogliare gli italiani. Oggi l’Italia già acquista energia da Nucleare per oltre 10% del fabbisogno e per il 50% dal gas, entrambi comprati all’estero. Quindi ok a eolico, fotovoltaico ma solo con questo non si va da nessuna parte”.

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