I “misteri” nascosti dietro al caso David Rossi

Francesco Boezi

Il caso David Rossi è tornato d’attualità. Sono stati anche se non soprattutto i lavori della commissione d’inchiesta parlamentare – quella che è presieduta dall’onorevole Pierantonio Zanettin – a far sì che della morte dell’ex capo della Comunicazione di Monte dei Paschi si parlasse ancora.

Nuove audizioni sono state considerate d’interesse. Una su tutte: quella del colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, che si è dapprima difeso, smentendo alcune ricostruzioni sui festini che si sarebbero svolti a Siena (presuntiavvenimenti che alcuni correlano alla morte del Rossi), ma che ha anche voluto approfondire alcuni aspetti delle attività degli inquirenti.

Si tratta di dettagli sconosciuti sino a quel momento che più di un attore in campo definisce come rilevanti. Dalla presunta telefonata cui un pm avrebbe risposto al cestino che sarebbe stato rovesciato sulla scrivania, passando per il bigliettino che sarebbe stato ricomposto: le modalità tramite cui coloro che hanno indagato hanno svolto il proprio lavoro, in specie nella prima fase, continuano ad essere oggetto di discussione.

Le audizioni e la nuova inchiesta

Le audizioni non si fermeranno. Dopo quella di Aglieco e quella della mental coach, i prossimi 12 e 13 gennaio la commissione d’inchiesta parlamentare avrà modo di ascoltare Alessia Baiocchi, che è un vicequestore aggiunto della Polizia di Stato, la giornalista Susanna Guarino e l’ex presidente di Monte dei Paschi Giuseppe Mussari, che nel frattempo ha detto la sua sulla vicenda, sottolineando di non aver mai detto che David Rossi è stato ucciso. A riportare l’ordine delle audizioni in programma, peraltro, è stata l’Adnkronos.

In relazione a Mussari, le cronache avevano accennato ad un misterioso “mister X” in grado di suffragare un’affermazione dell’avvocato Giancarlo Pittelli. Una versione – quella di Pittelli – che sarebbe riscontrabile attraverso un’intercettazione. Ma l’ex vertice di Mps ha già preso posizione in merito. Per quanto la Giustizia, per mezzo di due inchieste, abbia archiviato la morte del Rossi come un caso di suicidio per due volte, insomma, questa storia non smette d’interessare le cronache. Se non altro perché in molti, famiglia compresa, pensano che non possa essere messa la parola “fine” alla vicenda.“Presenza confermata…”. Cosa non torna del caso David Rossi

Intanto, la procura di Genova ha riaperto un’inchiesta su alcune foto inedite che sono spuntate nel corso di questa fase. Immagini che sono emerse durante una puntata di Non è l’arena, la tramissione condotta da Massimo Giletti che va in onda su La 7. Sono state ventilate, inoltre, anche altre ipotesi inchiestistiche che sarebbero portate avanti sempre dalla procura del capoluogo ligure.

Nell’eventualità, potrebbero essere interessate alcune fattispecie di reato. Comunque sia, i presunti lati misteriosi del caso David Rossi – come descritto in questo articolo – sono molti e molto diversi tra loro. Per questo motivo, conviene fare una scelta e soffermarsi – come abbiamo preferito, attraverso questo approfondimento – su quanto rimarcato dai familiari.

Quello che non torna alla famiglia

La morte di Rossi risale al 2013. La famiglia, nonostante tutto il tempo trascorso, non ha mai mollato. La moglie dell’ex capo comunicazione Mps Antonella Tognazzi e la figlia Carolina Orlandi sono sempre state in prima linea con un solo fine: la ricerca della verità. La Orlandi, che di recente abbiamo anche avuto modo d’intervistare, ha elencato a Il Giornale.it quattro punti focali che fanno parte delle questioni che, per i familiari del Rossi, restano irrisolte.David Rossi, Orlandi sull’attività degli inquirenti: “Danni irreparabili”

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