Rientro a scuola, i presidi si preparano alla Dad: migliaia di studenti contagiati
L’incubo di lunedì
L’ufficio statistico dell’Associazione presidi del Lazio calcola che all’appello in classe lunedì mancheranno almeno 17.500 studenti. «E i numeri schizzano man mano che i presidi aggiornano i dati», spiega Alfonso Benevento. Per fare un confronto, in Lombardia prima delle vacanze erano 10 mila gli studenti in quarantena (e la Lombardia ha una popolazione scolastica maggiore del Lazio). A metà dicembre le classi in Dad nella Regione, secondo l’ufficio scolastico di Milano, erano 1683. E’ facile immaginare che da qui ad una settimana la scuola distanza diventi una realtà forzata per tantissimi studenti. All’Istituto Tosi di Busto Arsizio prima delle vacanze c’era una cinquantina di studenti in isolamento, adesso le comunicazioni dei genitori sono oltre 250. L’incubo di Amanda Ferrario, la preside dell’Istituto e tra i promotori dell’appello a Draghi per non riaprire le scuole, è la proprio la mail. «Ogni volta che la apro, trovo nuovi contagiati. E il peggio deve ancora arrivare, perché il lunedì mattina quando si rientra dalle feste arrivano i certificati medici del personale che non può rientrare: a me ne mancano già una cinquantina». Per non dire delle elementari: se mancano le maestre è difficile sostituirle. In Lombardia sono vuote anche le graduatorie delle «messe a disposizione», l’ultima spiaggia per trovare un supplente: non resta che ricorrere agli universitari.
In trincea
I presidi dunque si preparano:«Lunedì si riapre, ma da martedì cominceremo con le quarantene», è la previsione della la preside del Newton di Roma Cristina Costarelli. Già a dicembre diverse le Asl erano intervenute per chiudere anche intere scuole. Se non ci sono veri e propri cluster sono i sindaci e i prefetti a dover intervenire, non può essere il preside a decidere. Il sindaco di Bellegra Flavio Cera per esempio ha già chiuso la scuola elementare e media e ha vietato di giocare a carte al bar. Così rimangono a casa un po’ tutti, i bambini e anche i nonni. Quello di Novara Alessandro Canelli lo ha annunciato su Facebook, tranquillizzando presidi e famiglie: se non ci sono abbastanza docenti a causa dei contagi è pronto a chiudere anche singoli istituti.
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