Ristori e nucleare, l’offensiva leghista. Berlusconi: Draghi o via dal governo

Francesco Olivo

Le manovre del centrodestra per lasciare Mario Draghi a Palazzo Chigi sono appena cominciate. L’offensiva della Lega, e in parte di Forza Italia, proseguirà a partire da domani, una pioggia di temi messi sul tavolo, con richieste al governo, obiettivi spesso irrealizzabili con una maggioranza così variopinta, che hanno lo scopo di marcare il terreno e di delineare un orizzonte: il premier deve restare dov’è, altrimenti la situazione sarà ingestibile.

Qualcuno crede che sia tattica, in attesa di una convergenza ampia sul premier, ma il malcontento verso le ultime mosse di Draghi sono sempre più diffusi, anche nei gruppi parlamentari, «come può pensare di lasciare il governo con duecentomila contagi al giorno? », dice un dirigente leghista. I temi scelti per alzare la tensione e chiedere il «cambio di passo» sono perfetti per dividere la maggioranza: nucleare, ristori, immigrazione e Green Pass.

Le pressioni per evitare il trasloco di Draghi sul Colle coinvolgono anche Silvio Berlusconi. In una delle tante telefonate ai suoi parlamentari con le quali sta tessendo la rete per l’elezione al Quirinale, il leader di Forza Italia è stato netto: «Senza Draghi a Palazzo Chigi noi andiamo all’opposizione». Posizionamento tattico, alla luce della propria candidatura, forse, ma anche una strategia per i prossimi mesi. Ad Arcore in queste ore si ragiona così: perché entrare in un governo debole che sarebbe bersagliato da Meloni e Salvini? Meglio piuttosto preparare le elezioni, rinsaldando l’alleanza di centrodestra.

Matteo Salvini la manovra l’ha inaugurata alcuni giorni fa, invitando il premier a schierarsi sulla riapertura delle centrali nucleari, («dica da che parte sta, con il passato o con il futuro», lo ha attaccato giovedì scorso, una sfida personale mai così diretta). Per riaprire gli impianti di quarta generazione servono circa 20 anni, niente di urgente quindi, ma il governo la prossima settimana dovrà prendere una posizione sulla proposta della Commissione Ue che ha inserito gas naturale e nucleare nell’elenco delle risorse verdi. Ieri il segretario della Lega è tornato sul tema, dalle montagne lombarde dove sta trascorrendo qualche giorno di vacanza, dando un avviso anche al ministro della Transizione ecologica: «L’Italia non si può permettere i no ideologici. Ringraziamo il ministro Cingolani per le sue posizioni, a partire dal nucleare di ultima generazione, ma ora è necessario essere conseguenti». La Lega sa che su questo punto non c’è accordo possibile, Pd e M5S hanno chiuso con nettezza.

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