Draghi e il segnale al Parlamento sul Quirinale

Certo, il passaggio di Draghi da palazzo Chigi al Colle sarebbe comunque complicato. E non solo per motivi politici o di procedure costituzionali, ma anche perché — come spiega una fonte qualificata — «nelle prossime settimane si potrebbero contare tre milioni di positivi e il Paese rischierebbe di fermarsi. Tolti Draghi e Mattarella, però, le altre proposte sono divisive e prive di numeri garantiti». Il punto è che l’inizio della Corsa si avvicina. Secondo Letta è la candidatura del Cavaliere a produrre lo stallo, che è un pezzo di verità e un modo per proteggersi dalle insidie interne. Anche perché, teorizza un dirigente del centrodestra, alla fine sarà Berlusconi l’alleato involontario di Draghi: «Dopo che Silvio avrà tenuto bloccato tutto, ci resterà solo l’unico che abbiamo votato tutti». Insomma il premier è il crocevia di ogni discussione e di ogni soluzione, persino quella che ieri veniva attribuita a Renzi e che terrebbe insieme l’elezione di Draghi al Quirinale e la nascita di un governo composto dai segretari di partito. L’accordo appare irrealistico nell’anno che precede le urne, ma tanto basta per capire che il caos non è responsabilità di chi siede a palazzo Chigi.

CORRIERE.IT

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