Così i tre gradi di giudizio rallentano la giustizia

Quanto all’appello, ci sono Paesi come la Francia che prevedono la reformatio in pejus, cioè la possibilità che il giudice, se rigetta l’appello, possa aumentare la pena inflitta in primo grado: il che impone una certa prudenza nell’impugnazione, dato che questa comporta un rischio che l’avvocato e il cliente devono calcolare per non proporre appelli temerari che potrebbero ritorcersi contro l’imputato. Quando si è proposto questo correttivo in Italia si è gridato allo scandalo per la presunta violazione della Costituzione e delle convenzioni internazionali. Timori in realtà infondati, se non pretestuosi, dato che questi filtri sono già stati adottati da Paesi saldamente democratici e di indiscussa civiltà giuridica. Perciò, se è legittima la scelta di non porre limiti alle impugnazioni, è altrettanto certo che una opzione diversa non costituirebbe automaticamente una violazione di diritti fondamentali.

La riforma Cartabia ha innovato ben poco in tema di impugnazioni, ma la ricerca di un diverso equilibrio tra le opposte esigenze in questa materia dovrà – io credo – essere nuovamente presa in esame in un futuro assai prossimo, se si vorranno conseguire gli obiettivi fissati in tema di giustizia dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

LA STAMPA

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