Berlusconi lancia la sfida del Colle
Ci penserà un “gruppo di lavoro” (di fatto i capigruppo in Parlamento) a fare i conti. E Ignazio La Russa aggiunge: «Il gruppo di lavoro deve fiutare l’aria e capire che succede negli altri partiti. Ci mancano 50 voti, ci saranno? Lo verifichiamo, ci rivediamo tra una settimana e diciamo a Berlusconi: questi sono i numeri da quello che ci risulta. Che vuoi fare?». Giovanni Toti, dice a Metropolis, il nuovo format digitale del gruppo Gedi: «Siamo molto lontani dall’asticella e mi pare che ci sia poca volontà di dialogo. L’invito dei leader del centrodestra a Berlusconi per sciogliere le riserve credo che riguardi la verifica dei numeri».
Berlusconi, raccontano, parla di 493 voti praticamente sicuri. Anche se poi si ammette che almeno 13 di questi sono «ancora in forse» e che si mettono in conto almeno una ventina di franchi tiratori (10-15 leghisti di area Giorgetti, almeno 5 in Fi e 2-3 in Fdi). Senza contare le assenze per Covid. Anche per questo nella nota congiunta si chiede «ai Presidenti di Camera e Senato di assumere tutte le iniziative atte a garantire per tutti i 1009 grandi elettori l’esercizio del diritto costituzionale al voto».
Il Cavaliere, però, non molla e «non scioglierà la riserva fino alla quarta votazione», assicura un dirigente di Fi. E’ questo è ciò che tutti temono di più.
LA STAMPA
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