Ira di Berlusconi sugli alleati: non cercano voti. Anche i fedelissimi temono le conseguenze di un flop
Assecondare i sogni di gloria, qualora il percorso fosse troppo accidentato, sarebbe in fondo una cattiveria. Il capofila di questa categoria è Gianni Letta, la sua visita a Palazzo Chigi prima del vertice ha fatto innervosire il capo, così come le dichiarazioni pubbliche (rarissime, peraltro) nelle quali si invitava a trovare un candidato di largo consenso, ma i due hanno un rapporto strettissimo e antico che è difficile da incrinare.
Anche nelle aziende, si racconta a Milano, c’è molta preoccupazione per la piega che possa prendere questa avventura, lo stesso Fedele Confalonieri che sta collaborando attivamente alla ricerca dei consensi necessari per raggiungere i 505 voti necessari, allo stesso tempo avrebbe dei timori sulla gestione dell’eventuale sconfitta. Nascondersi dietro allo slogan «Ci ha sempre stupiti, ci stupirà ancora» è ogni giorno più difficile.
LA STAMPA
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