Quirinale, Renzi: “Non si può mettere Mario Draghi in panchina”
Fabio Martini
Anche chi lo detesta, lo sa: nel “fare” Presidenti (Mattarella, Draghi, se stesso), Matteo Renzi finora ha avuto un certo “tocco” e per questo il suo allarme a 78 ore dalla prima votazione non va sottovalutato: «Attenzione. Se si porta Draghi come candidato allo scrutinio segreto, lo si elegge, anche perché esporlo a una bocciatura dell’Aula significherebbe perderlo sia per il Colle che per il governo. E l’Italia una cosa non se la può permettere: rimettere Mario Draghi in panchina»
Renzi, senza la sua azione, forse Mario Draghi sarebbe ancora un pensionato ma non pensa che con un eccesso di superficialità, anche sua, si rischia di perdere una risorsa potente per il Paese?
«Diciamo che, conoscendo Mario, sono sicuro che non avrebbe fatto il pensionato di lusso ma sarebbe probabilmente un top advisor per qualche istituto finanziario internazionale. Battute a parte, le rispondo che ha ragione. Noi possiamo schierare Draghi come centravanti a Palazzo Chigi o portiere al Quirinale, ma l’unica cosa sicura è che non possiamo perderlo».
Il “titolo” Draghi non ha mai rischiato di essere sospeso per eccesso di ribasso, ma fatica a salire…
«Non mi pare né in discesa, né in salita. Draghi è Draghi, punto. Metà degli italiani sogna di vederlo per sette anni al Colle. Metà degli italiani spera di non perderlo a Palazzo Chigi. La quasi totalità riconosce che la sua presenza in politica è un valore aggiunto per le istituzioni».
L’uscita da Palazzo Chigi sarà comunque una perdita…
«Lui ha chiarito di essere a disposizione per qualsiasi ruolo il Parlamento gli chieda di esercitare e quella sua frase sul “nonno a servizio delle istituzioni” è stata oggetto di polemiche ma è in realtà una generosa disponibilità».
E tuttavia dalle difficoltà denunciate anche da Conte emerge una dato molto serio: a voto segreto Draghi rischia di non essere eletto…
«La prego, non scherziamo. Se si porta Draghi come candidato, lo si elegge, anche perché una bocciatura significherebbe perderlo. Ma da settimane dico che Draghi per sette anni al Quirinale sta in piedi se c’è un’operazione politica di sostegno. Come del resto politica è stata l’operazione che ha mandato a casa Conte e Casalino e svoltare con l’esecutivo Draghi ».
Ci si continua a girare attorno: Draghi può andare al Quirinale soltanto se si chiude, e bene, sul governo. Si parla di Colao e Cartabia, ma i veri nomi sono coperti?
«Io non credo che ci siano solo quei due candidati, pur pensando tutto il bene possibile di Vittorio e di Marta, due ottime persone e due rilevanti personalità. Penso però che se c’è uno schema di gioco pronto per il dopo, allora l’operazione Draghi è fattibile. Nessuno accetta di perdere un premier così stimato senza avere certezze sul futuro»
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