Ucraina, l’America si mobilita

Preoccupano non solo i 100mila soldati russi ai confini con l’Ucraina e la possibilità di un’invasione, ma anche le esercitazioni che ai primi di febbraio Mosca terrà in Bielorussia dove ha già spostato 13mila uomini. Da lì si aprirebbe un’altra direttrice per l’invasione. Secondo il Dipartimento di Stato, Mosca è nella posizione di «lanciare un attacco in qualsiasi momento». Nei giorni scorsi Blinken aveva ipotizzato una finestra fra il 15 gennaio e il 15 febbraio. Pertanto, anche le informazioni di intelligence riferite dalla Cnn che «la Russia proverà a prendere Kiev e rovesciare il governo» ora vengono trattate con un livello di credibilità maggiore. Boris Johnson ha parlato di prove di piani per «una guerra lampo per prendere la capitale Kiev».

La risposta è affidata al Pentagono che ha messo in stato di allerta 8500 soldati basati negli Usa ai quali – ha precisato il portavoce John Kirby – non è stata ancora assegnata una missione né un ordine di dispiegamento. Tuttavia, gli uomini sono «pronti in caso di necessità» poiché «è ormai chiaro che Mosca non ha alcuna intenzione di perseguire una de-escalation».

Il segretario generale Jens Stoltenberg ha ribadito che l’Alleanza «prenderà tutte le misure necessarie per proteggere e difendere tutti gli alleati, incluso il rafforzamento del fronte orientale». I soldati dell’Alleanza sono in uno stato di allerta e pronti al ridispiegamento. Il Pentagono sta anche individuando 5mila uomini di stanza in Europa occidentale da dispiegare nei Baltici. Sono 40mila i militari della forza multinazionale su cui poter subito far affidamento. In quest’ottica Danimarca, Spagna, Francia e Paesi Bassi manderanno uomini, aerei e navi, a protezione delle frontiere orientali. Attualmente la Nato ha 4mila soldati schierati in battaglioni multinazionali nei tre Paesi baltici e in Polonia. Ieri notte invece è atterrato un secondo velivolo americano a Kiev portando 80 tonnellate di equipaggiamenti che si aggiungono alle armi e munizioni arrivate il giorno prima. Stessa operazione la stanno conducendo i britannici.

L’attivismo militare di Nato e Usa ha innescato la replica di Mosca che parla di «annunci isterici». Dmitry Peskov, portavoce di Putin, ha tuonato contro «le manovre della Nato» e avvertito che il rischio «di provocazioni da parte ucraina nel Donbass è più alto». In questo clima da venti di guerra Macron proporrà a breve a Putin una road map della de-escalation.

LA STAMPA

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