False partenze e interessi del Paese

Ci sono insomma pochi giorni per riparare a una falsa partenza e rimettere in careggiata il treno del Parlamento a Camere riunite con un’intesa tra tutte le principali forze di maggioranza. È un compito che spetta più di tutti a Matteo Salvini. Lo spappolamento della forza di maggioranza relativa, i Cinque Stelle, ha finito con il consegnare alla Lega un ruolo centrale, quasi da regista. L’uscita di scena di Berlusconi gli ha dato la guida sul campo delle truppe di centrodestra. Il giovane leader ha imbracciato con il solito piglio il bastone del comando, e ha promesso molto: il primo presidente proveniente dal centrodestra. È un obiettivo legittimo, se incontra un consenso ampio, che non spacchi il Parlamento e la maggioranza di governo. Ma è questo che sta provando a fare? C’è un nome fuori dalla rosa da lui presentata che ha questa chance? E, se così non sarà, è disposto a tornare o a convergere su una candidatura più trasversale e meno targata? Oppure tenterà la fortuna di un colpo parlamentare, raggranellando scoiattoli intorno a un candidato di parte? Salvini è oggi sospeso tra il rischio di un «Papeete due» e la chance di un primo vero successo politico. Nessun leader politico è del resto sopravvissuto a un rovescio nell’elezione del capo dello Stato. Ma, ancor di più del suo destino, conta quello del Paese. Dateci un presidente di valore, di prestigio, in grado di unire gli italiani e di rappresentarli di fronte al mondo. Se si riparte ora da dove si sarebbe dovuto cominciare una settimana fa, è ancora possibile.

CORRIERE.IT

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