Rabbia 5s su Conte: si muove Di Maio

«Se Letta e Speranza non faranno una tirata d’orecchi a Conte gliela faremo noi», si sfoga in mattinata un deputato. I contiani utilizzano l’argomentazione secondo cui senza Draghi al governo si tornerebbe al voto. Una paura che serpeggia nella truppa, che però è preoccupata anche dall’instabilità che per alcuni deriverebbe dall’elezione di un capo dello Stato a maggioranza. Finiscono nel tritacarne grillino pure Andrea Riccardi e Paola Severino, considerate ipotesi irrealistiche, candidati di bandiera. Diversi eletti del M5s confessano all’Adnkronos di essere stati sondati da esponenti della Lega per avere i loro singoli voti. «Sono sorpreso dal veto di Conte su Draghi, ma non aveva detto in assemblea che non si dovevano mettere veti?», attacca il deputato Gianluca Vacca. «Si andrà su Draghi ma ci spaccheremo più o meno a metà anche in quel caso», prevede un parlamentare parlando con Il Giornale. In alcuni settori del M5s resiste una non preclusione verso Pier Ferdinando Casini, ma nessun candidato ad oggi può scongiurare una spaccatura interna. Anche perché Conte – secondo chi tiene il pallottoliere del Movimento – «controlla direttamente solo una settantina di parlamentari».

IL GIORNALE

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