Presidente della Repubblica, se i partiti non si danno una mossa a decidere saranno i mercati
A tanta povertà non era mai scesa la vituperata prima Repubblica e a dire il vero nemmeno gran parte del tempo che è venuto dopo. Per altro questa linea fa a pugni con la volontà pervicacemente mostrata e ripetuta da Mattarella di non ricoprire un secondo incarico che l’attuale presidente ritiene non rispettare lo spirito della Costituzione. Se qualcuno non avesse capito bene il povero presidente uscente ha fatto pure circolare le foto dei materassi prelevati dalla sua abitazione di Palermo per essere traslocati nella sua nuova abitazione privata di Roma.
Se i leader politici non provano ad onorare il loro ruolo perdendo altro tempo, il rischio è che un nuovo presidente della Repubblica lo eleggano altri, proprio quei poteri che a parole hanno sempre avversato. Non hanno nomi su cui mettersi d’accordo? E allora rotoleranno stancamente giorno dopo giorno, bandiera dopo bandiera, fino al giorno in cui al Quirinale arriverà comunque quel Draghi su cui in maggioranza storcono il naso. Avessero fatto una scelta consapevole, un accordo politico su di lui potrei capire, e la persona è certamente degna di ricoprire quell’incarico.
Ma nessuno fin qui lo ha nemmeno proposto pubblicamente. Abdicando così alla propria funzione e in fondo missione, sul Colle il Draghi peggiore possibile verrà trasportato in groppa all’Orso dei mercati, sull’onda dello spread mosso da mani sapienti come abbiamo già visto in questa nostra fragilissima seconda Repubblica. Si può ancora evitare un brutto film così, è l’ora di prendere il coraggio a quattro mani e guardare la realtà dei numeri. Draghi o chiunque altro, scelto da quell’aula. Vi ricordate l’ultima volta che decise lo spread? Il titolone cubitale di un giornale economico, quel “Fate presto!” che fece accomodare Mario Monti ed Elsa Fornero sulla plancia di comando della nave italiana? Ecco, lo ripeto qui: “Fate presto”. Perché non vada in onda quello stesso film.
IL TEMPO
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