Se i parlamentari fossero davvero liberi, confermerebbero il tandem Mattarella-Draghi
Federico Geremicca
Che questa guerra non possa vincerla nessuno, ora lo dicono tutti: al centro, a destra e a sinistra. Ma si sapeva da mesi. Averla dunque cominciata a petto in fuori – invocando presidenti “senza tessera pd”, per sentirsi polemicamente rispondere ce ne vuole uno “europeista” o peggio ancora un “Presidente patriota” – è stato un errore: e recuperare la rotta giusta sta portando via tempo prezioso.
Che la partita del Quirinale non potesse prevedere vincitori (e dunque sconfitti) era constatazione legata non solo ai voti a disposizione dei diversi schieramenti, ma anche ad una ovvia valutazione politica: in presenza di un governo di larga unità, una rottura sull’elezione del nuovo Capo dello Stato non avrebbe potuto non avere conseguenze sulla tenuta dell’esecutivo e – probabilmente – della legislatura.
Dunque, a meno che qualcuno dei leader in campo (oltre ovviamente a Giorgia Meloni) non puntasse o punti tutt’ora ad elezioni anticipate, è da lì che bisognerebbe ripartire: da quel famoso “patto di legislatura” che metta in sicurezza il governo e le Camere, e permetta ai partiti di individuare assieme il miglior Presidente possibile. Anche perché, al di la di ogni altra considerazione, si fatica a immaginare questo Parlamento mentre elegge un Capo dello Stato che poi sarà costretto a indire elezioni anticipate…
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