Renzi e il Quirinale: «Qui non siamo a Sanremo». Lucido e cinico, le 5 giornate del leader di Italia Viva

Ormai è sera, le luci giallognole dei lampioni sulla piazza davanti al portone di Montecitorio, vento gelido: e tutti ancora intorno a lui, microfoni a mezz’aria. Sensazione: se vuole, Renzi riesce ad alzare il tasso di empatia. Meno spavaldo, meno «io sono io» del solito: tutto il suo talento politico riconosciuto — velocità di analisi e astuzia, spregiudicatezza e ragguardevoli dosi di cinismo — tutto sembra essere decisamente al servizio di una soluzione utile al Paese.

Un dettaglio: da giorni non nomina più Pier Ferdinando Casini. Che, alla vigilia, era il suo candidato ufficiale (no, ecco: tanto per dire).

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