Jens Stoltenberg: “La Nato è pronta a reagire a ogni tipo di aggressione in Ucraina”

Anche l’Italia andrà fino in fondo?
«Ho incontrato il presidente del Consiglio Draghi a Roma prima di Natale. E abbiamo partecipato insieme anche all’incontro con il presidente Biden lunedì scorso. C’è stato un chiaro messaggio del premier Draghi, di tutti gli altri leader europei e ovviamente anche di Biden: siamo pronti a imporre sanzioni».

Qualche giorno fa, i vertici di alcune tra le principali aziende italiane hanno incontrato Putin: è stato un meeting appropriato, visto il momento?
«Non spetta a me commentare ogni singola attività dei leader aziendali in ognuno dei 30 Paesi Nato. Per me la cosa importante è che tutti gli alleati abbiano attuato pienamente le sanzioni concordate e deciso di imporne di ulteriori se necessario. Anche se ovviamente il nostro obiettivo è impedire che ciò accada. Crediamo nel ruolo della diplomazia e del dialogo e continueremo su questa strada, senza dimenticare che in questo caso l’aggressore è la Russia. L’idea che sia l’Ucraina a minacciare la Russia vuol dire capovolgere la realtà».

Stati Uniti, Canada e Regno Unito hanno attivato missioni militari di addestramento in Ucraina e anche l’Ue sta valutando questa ipotesi. Ma alcuni Paesi, tra cui Germania e Italia, sono riluttanti perché temono di provocare Mosca: hanno ragione?
«Alcuni alleati fanno operazioni di addestramento e penso che sia una cosa positiva. Il Canada in particolare ha invitato tutti i Paesi a partecipare alla sua missione. Dovremmo avere un approccio pragmatico e fare qualcosa insieme, all’interno della Nato, per spingerci oltre nell’aiutare l’Ucraina a sostenere il suo diritto all’autodifesa».

A suo avviso dunque non ci sono ambiguità nella posizione italiana nei confronti della Russia?
«L’Italia è stata molto chiara sulle decisioni prese nella Nato e sul rafforzamento della nostra presenza nel fianco orientale. L’Italia fa parte del “battlegroup” che abbiamo schierato in Lettonia dopo l’aggressione contro l’Ucraina nel 2014. È impegnata nel nostro pattugliamento aereo, anche nel Mar Nero. Inoltre guiderà la nostra missione di addestramento in Iraq. Sta davvero contribuendo alla nostra difesa e alla nostra sicurezza collettiva in molti modi diversi, un qualcosa che apprezzo davvero. Poi anche l’Italia crede nel dialogo, ma questo è l’approccio della Nato. Crediamo nella deterrenza e nel dialogo e non c’è contraddizione tra essere forti, fermi e impegnarsi nel dialogo».

A marzo l’Ue adotterà la sua bussola strategica e alcuni leader sostengono che dovrebbe essere più indipendente nel campo della Difesa: l’Ue può difendersi senza la Nato?
«La Nato è la pietra angolare della sicurezza europea perché unisce il Nord America e l’Europa. Due guerre mondiali e la Guerra Fredda hanno dimostrato che bisogna stare insieme. Inoltre l’80% delle spese per la difesa della Nato proviene da alleati non Ue. C’è dunque una questione di risorse, oltre che geografica. Infine non dimentichiamo che la Nato porta tutti gli europei ai tavoli. Senza, ci sarebbero solo relazioni bilaterali. Sono favorevole agli sforzi europei volti a fornire nuove capacità per rafforzare la competitività dell’industria europea della Difesa, è un qualcosa che ho sostenuto con forza. Accolgo inoltre con favore il rafforzamento della cooperazione tra Nato e Ue, portata a livelli senza precedenti. Ma ciò di cui abbiamo bisogno sono più capacità europee, non nuove strutture. La Nato ha una sua forza di risposta e ogni volta che l’Europa ha chiesto aiuto, la Nato c’è stata».

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