Draghi prepara i primi “no” ai partiti. Salvini respinto sui fondi per le bollette

Potrebbe essere la Lega ad aprire al rimescolamento, oppure i centristi di Coraggio Italia, che scalciano per entrare nel governo. Ma per Draghi resteranno grida nel deserto finché qualcuno non glielo andrà a chiedere ufficialmente. Fino ad allora si concentrerà sulla montagna di dossier rimasta in sospeso durante il rodeo sul Quirinale. La riforma del fisco e delle pensioni, ma anche la riforma del Csm e il pacchetto di norme sul lavoro, per la precisione sui due capitoli considerati più urgenti: precarietà e sicurezza. Durante uno degli ultimi Cdm, Draghi aveva promesso al ministro Orlando che avrebbero ripreso il prima possibile a discutere della proposta di introdurre procedure più trasparenti per i tirocini, e maggiori garanzie nell’applicazione dei contratti nei settori edili. Di materiale per rilanciare il governo ce n’è tanto. Oggi si ricomincia, in attesa che Salvini decida se restare dentro o giocarsi l’ultimo anno di legislatura fuori dalla maggioranza.

LA STAMPA

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