Nella perfetta storia all’italiana vedremo se trionfa il Gattopardo
Vista dall’estero, la grande partita del Quirinale è stata una perfetta storia all’italiana: il dramma esotico della campagna e del ritiro di Silvio Berlusconi, poi una serie di intrighi machiavellici, e ancora il teatro di votazioni interminabili con fogli bianchi e una serie di nomi buttati lì, infine un esito abbastanza felice, tanto da lasciare gli stranieri tranquilli e rassicurati. Se il mondo era contento nel 2021 con Sergio Mattarella presidente della Repubblica e Mario Draghi presidente del Consiglio, perché dovrebbe sentirsi diversamente nel 2022?
La risposta è che, almeno per il momento, non dovrebbe. Gli stranieri che scrivono o pensano all’Italia spesso non vedono l’ora di poter citare o parafrasare il Gattopardo, e forse si sono sentiti delusi di non poterlo fare. Ma poi abbiamo scoperto che Giorgia Meloni ci era arrivata per prima di tutti gli altri, con il suo tweet che diceva «siamo al “nulla cambi, perché nulla cambi”». Il fatto che nulla sia cambiato sembra una buona cosa – se questo è vero.
Visto dalla superficie, tutto è rassicurante. Mario Draghi rappresenterà ancora l’Italia ai vertici internazionali e garantirà una politica estera stabile, pro Europa, pro Nato e persino atlantista per un altro anno. Lui e il suo governo gestiranno ancora il Pnrr e quindi spenderanno le prossime tranche dei 190 miliardi di euro di fondi Ue che preoccupano la Commissione europea. Inoltre, una volta che la Francia avrà eletto il suo presidente il 24 aprile, Draghi potrebbe essere in grado di continuare lo sforzo che ha iniziato insieme ad Emmanuel Macron per premere nella direzione di un rinnovamento delle regole fiscali dell’Unione, questo se il presidente Macron verrà rieletto, naturalmente .
Altrettanto importante, almeno per il mondo del business internazionale, è il fatto che Draghi e il suo governo avranno ora un po’ più di tempo per attuare le riforme del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione che sono state finalmente avviate nel 2021. Non era credibile che riforme così fondamentali potessero essere portate a termine con successo in un solo anno, anche se aiutate dai fondi europei.
Avere più tempo può essere solo un bene, visto da un punto di vista internazionale. Aumenta la possibilità che la visione piuttosto scettica nei confronti dell’Italia da parte della maggior parte degli investitori stranieri possa cambiare, gradualmente. Aumenta ancora di più la possibilità che Draghi e i suoi ministri possano fare una comunicazione pubblica efficace per convincere i molti italiani scettici che le riforme sono necessarie per il Paese, specialmente nei settori della digitalizzazione, della pubblica amministrazione e della transizione ecologica.
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