Tre innocenti al giorno finiscono in carcere. I pm si autoassolvono ma i loro errori costano 40 milioni ogni anno
O quello di Angelo Massaro, finito dietro le sbarre dal 15 maggio 1996 al 23 febbraio 2017 perché sette giorni dopo la sparizione di un suo amico e sodale viene intercettato mentre dice alla moglie una frase in dialetto: lui dice di aver detto «muerse» (pesante), riferendosi a una pala meccanica, per gli inquirenti ha detto invece «muerte», riferendosi appunto alla morte dello scomparso. Quanto basta, insieme alle dichiarazioni de relato di un pentito, per condannarlo e buttare via la chiave fino a quando a salvarlo arriva la revisione del processo, e una nuova sentenza che, nel 2017, gli restituisce la libertà. Non quei 21 anni rubati.
IL GIORNALE
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