Cingolani: “I costi di un anno di caro-energia superano gli incassi del Recovery”

Quali sono gli ostacoli da superare subito?
«Alcuni sono di tipo tecnologico, altri ideologici. Il passaggio alle rinnovabili richiede la capacità di gestire i flussi, con una rete elettrica intelligente, perché la produzione di energia dal sole e dal vento è intermittente. Un altro aspetto tecnologico riguarda l’accumulo di energia che, proprio perché intermittente, dev’essere accumulata d’estate e nei giorni di vento, per poter essere consumata quando serve. Servono dei sistemi di accumulo. Ad oggi non sono maturi, dobbiamo svilupparli».

L’ostacolo ideologico?
«Le migliori menti sono al lavoro, in Italia, in Europa e nel mondo, per pianificare la transizione ecologica. Il loro peggiore nemico sono le ideologie. Devono avere l’umiltà di cambiare se, nel loro cammino, incontreranno nuove tecnologie migliori di quelle da cui sono partiti».

Sta parlando del nucleare?
«Non sono un nuclearista. L’Italia ha già detto no con due referendum e non torniamo indietro. Non possiamo guardare al nucleare di terza generazione, quello presente in Francia, che produce troppe scorie. Ma non possiamo neppure ignorare che esiste un nucleare di quarta generazione, fatto di piccoli reattori modulari, che generano pochissime scorie. General Electric lo sta sperimentando, Bill Gates anche. Tra dieci anni potrebbe dimostrarsi sostenibile. Non vedo perché l’Italia non debba fare ricerca e sviluppo in questo settore».

Tanto più che l’Unione europea ha incluso il nucleare nella tassonomia delle energie verdi.
«In Italia è stata data molta enfasi a questa notizia. La tassonomia è un documento finanziario, una classificazione delle attività considerate sostenibili perché non producono anidride carbonica. Il nucleare produce scorie, ma non anidride carbonica. Su questo non c’è dubbio. Semmai potrebbe far discutere la scelta di includere nella tassonomia il gas, che produce anidride carbonica, anche se molto meno del carbone, ed è perciò ritenuto una soluzione, in via transitoria, migliore».

LA STAMPA

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