Giovani e lavoro: «Perché l’Italia è ultima in Europa»
Al livello della Bulgaria
Nel 2020, il tasso di inattivi è stato particolarmente alto in Italia (15,7%), Bulgaria (14,7%), Romania (11,5%). «Il piano preparato dal governo Draghi tenta di mettere mano a questa situazione, modernizzando tra le altre cose la pubblica amministrazione che in molti campi non è da XXI secolo», prosegue Nicolas Schmit.
Nei fatti, Bruxelles vuole che il denaro del Fondo per la Ripresa venga investito nell’istruzione in modo da preparare i giovani italiani alla vita professionale. Ritiene che il reddito di cittadinanza sia utile solo se temporaneo e associato a politiche di formazione.
D’altra parte, il mercato in Italia è segnato da un grave disallineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro. «È un paradosso: la disoccupazione giovanile è intorno al 30%, ma vi è carenza di manodopera. Le cause sono molteplici: vi è un tasso elevato di abbandono scolastico; e per di più pochi hanno competenze tecniche o quelle che hanno sono sbagliate. Bisogna investire in competenze specifiche e in modo mirato, tanto più che con l’invecchiamento della popolazione la situazione peggiorerà».
Il gap di competenze
Lo sguardo del commissario corre alle professioni informatiche, a quelle legate all’edilizia, alla salute, alla cura delle persone. In Italia, così come in altri paesi europei, il mestiere tecnico o professionale è meno valorizzato. «In parte – spiega l’uomo politico lussemburghese – ciò è anche dovuto al fatto che spesso i salari sono bassi. Se vogliamo attirare nuovi lavoratori nell’edilizia, tanto per fare un esempio, bisognerà pagarli meglio». Lo stesso vale per gli stagisti, vittime di arcaiche forme di nonnismo. Ciò detto, Nicolas Schmit non crede che le carenze di manodopera possano mettere a rischio il piano di rilancio economico.
Tornando all’abitudine clientelare, non pensa che molti giovani siano poco incentivati a studiare perché convinti che il legame familistico consentirà loro di trovare lavoro? «Ancora una volta non ho una conoscenza così approfondita. Ci sono possibili spiegazioni storiche. È urgente dotare il paese di una amministrazione moderna e formare le persone in modo efficiente. Probabilmente bisogna anche indurre un cambio di mentalità e uscire dall’idea che si trova lavoro perché si conosce lo zio di un amico».
L’occcupazione femminile
Nel frattempo, l’Italia deve fare i conti anche con un modesto tasso di occupazione femminile, di 20 punti percentuali inferiore a quello degli uomini (il divario tra i due sessi è il peggiore d’Europa). Osserva nuovamente il commissario al lavoro, ex ministro alle questioni sociali e all’immigrazione nel suo Paese: «Quanto alle donne italiane, spesso non è una questione di istruzione o di competenze. Piuttosto è una questione di eguaglianza. Mancano asili-nido e istituzioni per la cura dei bambini che siano accessibili e decorosi».
In ultima analisi, bisogna chiedersi se in Italia le crisi di questi anni – finanziaria, economica, migratoria, sanitaria – così come la crescente concorrenza internazionale non stiano mettendo a nudo i limiti di una società clientelare dove le piccole e grandi corporazioni non sono più in grado di offrire il grado di protezione assicurato finora e anzi contribuiscono a soffocare il tessuto economico e a creare nuove diseguaglianze, come già aveva preannunciato il sociologo americano Edward C. Banfield in un libro del 1958 (Le basi morali di una società arretrata, il Mulino).
Ascensore sociale bloccato
Nota in conclusione il nostro interlocutore: «È salito il numero di famiglie sull’orlo della povertà; aumentano di converso il numero di bambini che partono svantaggiati. L’istruzione in quanto strumento di ascensore sociale non funziona più. Sforna diplomi inutili o esclude molti giovani. E non solo in Italia. Ecco perché bisogna agire fin dai primi anni di scolarizzazione e ridefinire il contratto sociale. Se non riusciamo a integrare le persone nel mondo del lavoro rischiamo di provocare carenze di manodopera, una minore coesione sociale, radicalizzazione politica e populismo».
ILSOLE24ORE
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