Giorgio Gori: “Coalizione riformista per avere Draghi premier anche dopo il 2023”

Dunque, il Pd deve “ricercare convergenze anche con i partiti moderati, come insegna la vicenda del Quirinale”. Gori non ha  “mai considerato il M5S un alleato particolarmente affidabile”. E il campo largo non può essere Pd-5s-Leu. Per cui Calenda, Renzi, Forza Italia, i riformisti. A cui Draghi, secondo Gori, non potrebbe dire di no dopo il voto del 2023. “Se dal voto dovesse uscire una maggioranza di impronta riformista, questa potrebbe chiamare Draghi a completare il lavoro su riforme e Pnrr”.

L’HUFFPOST

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