Una nuova variante? Ecco quanto è probabile

La differenza tra varianti

Fino a questo momento, la storia del Covid ci ha insegnato che molte varianti sono passate in sordina, molte altre sono diventate “di interesse” come nel caso, per esempio, dell’attuale variante Omicron che ha preso il sopravvento “perché contiene una serie di mutazioni tali per cui il virus uccide meno l’ospite però lo infetta molto di più” e continua a vivere, a moltiplicarsi. Nel nostro Paese, infatti, ormai rappresenta il 99% dei casi. Le altre varianti denominate “di preoccupazione” sono state, in ordine di apparazione, Alpha, Beta, Gamma e Delta.

Il ruolo dei vaccini

Come mai i vaccini rappresentano la prima e unica difesa per prevenire l’infezione? Perché produce anticorpi specifici che “leggono” il virus impedendogli di infettare le nostre cellule. Se la prima barriera non funziona, ci sono le cellule T che, anche se non bloccano l’ingresso del patogeno, “uccidono le cellule nelle quali il virus è entrato. Questo è esattamente quello che è successo con la variante Omicron – aggiunge l’esperto – Ci siamo vaccinati tutti con un virus, il Wuhan che ormai è molto differente rispetto a Omicron , quindi gli anticorpi indotti dal vaccino non sono stati in grado di bloccare l’infezione o lo ha fatto molto male, quindi moltissimi di noi si sono presi l’Omicron. Pochissimi di noi vaccinati hanno sviluppato una malattia severa, perché la seconda linea di difesa, i linfociti T indotti dal vaccino hanno ucciso le cellule infette impedendo che la malattia diventasse severa”.

Per poter bloccare, del tutto, la progressione di una pandemia, serve il concetto di sanità globale: più gente sarà vaccinata, nel mondo, meno il virus avrà possibilità di diffondersi. “Immunologicamente, il solo modo è aumentare sempre più la percentuale di vaccinati”, conclude Clerici.

IL GIORNALE

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