Super Green Pass, dal 31 marzo il via libera per abolirlo: ecco come funzionerà
Paolo Russo
La pandemia non è magicamente evaporata, ci siamo ancora dentro», avverte il ministro della Salute, Roberto Speranza. E i 70.852 contagi e 388 morti di ieri sembrerebbero dargli ragione. Ma i numeri, si sa, dipende da come li si legge. Così, nel -30% dei casi rispetto a sette giorni fa e nel progressivo svuotamento dei reparti Covid, c’è chi vede una spinta a prepensionare il Green Pass rafforzato, che da ieri serve per andare al lavoro se si hanno più di 50 anni.
Il fronte abrogazionista si allarga di giorno in giorno e la proposta di mandare in soffitta il super certificato già il 31 marzo raccoglie sempre più proseliti anche dentro il governo. Il ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia, è tra i primi ad essersi schierato per l’abrogazione dell’obbligo, se non subito almeno dal 1° aprile. Anche perché molti turisti di Paesi che il Green Pass lo hanno già cestinato si tengono alla larga dal nostro, dove per sedersi a un ristorante o andare a visitare un museo è chiesto loro di fare un tampone rapido ogni due giorni. Che non è proprio il massimo per godersi una vacanza in relax. Ma ieri allo scoperto è venuto fuori anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che ha parlato di «scenario possibile» riferendosi alla eliminazione del Green Pass per fine marzo, quando scadrà lo stato di emergenza.
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