Bollette, il piano del governo tra gli ostacoli
Qui ci sono infatti divieti molto severi vecchi ormai di anni e vincoli normativi che hanno portato alla chiusura di molti pozzi che a questo punto andrebbero rivisti. La scelta non è di poco conto: perché aumentare la produzione di asset già in attività è più semplice ma darebbe un contributo limitato alla produzione. Il discorso cambia se invece si tratta di riprendere lo sviluppo e la produzione dei pozzi posti entro le 12 miglia dalla costa, aree ricchissime di giacimenti di metano ma dove, a partire dal 2019, le attività estrattive sono vietate. Più saranno ampie le deroghe è più semplice sarà l’aumento della produzione, che poi verrebbe essere offerta alle imprese a prezzi calmierati con contratti decennali ancora da definire.
Manovra da 5-7 miliardi
In tutto, il nuovo taglia-bollette dovrebbe valere 5 miliardi, anche se si cercherà sino all’ultimo di aumentarne la dotazione. I partiti della maggioranza puntano a 7. E anche questi a fronte degli aumenti vertiginosi delle bollette (raddoppiate nel primo trimestre rispetto al 2021) sembrano non bastare. Tant’è che il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli dei 5 Stelle ieri è tornato a chiedere uno nuovo scostamento di bilancio in modo da poter assicurare «ulteriori sostegni a imprese e famiglie». In realtà, secondo il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli i rialzi sarebbero finiti ed entro aprile «anche grazie alla fine delle tensioni in Ucraina e all’arrivo della primavera» i prezzi del gas dovrebbero scendere. Ieri a Amsterdam i contratti sul gas venivano scambiati a 69,16 dollari per megawattora in calo del 2,48% e già ben distante dal record assoluto di 172,72 dollari toccato a dicembre.
LA STAMPA
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