La “profezia” di Bettini su Lega e Pd: “Cosa possono fare…”

Luca Sablone

Chi l’avrebbe mai detto? Il Partito democratico apre le porte e strizza l’occhio alla Lega, magicamente passato dall’essere un pericoloso partito della destra che ammicca a estremisti e no-vax all’interpretare una forza politica moderna e pacata. Tanto da non escludere di governarci assieme anche dopo il 2023, se le elezioni nazionali non dovessero incoronare un vincitore alla guida del Paese. A far filtrare segnali di ottimismo è Goffredo Bettini, che non ha sbarrato la porta a un possibile nuovo esecutivo con il Carroccio al termine dell’esperienza Draghi.

La “tentazione” di Bettini

Quasi una tentazione, verrebbe da dire. Visto che lo storico esponente di spicco del Pd ha usato toni concilianti nei confronti del partito guidato da Matteo Salvini. Quanto alla legge elettorale e al dibattito sui due sistemi, proporzionale e maggioritario, Bettini ha osservato come il segretario della Lega abbia due strade: una tattica che è quella di “presentarsi con l’attuale schema”; l’altra strategica per “arginare la forza della Meloni e autonomizzarsi”.

La scadenza naturale della legislatura è fissata per il 2023 quando – a meno di una crisi di governo nei mesi precedenti – si terranno le elezioni politiche. Al di là delle incognite sul sistema elettorale, la domanda che ci si pone si interseca perfettamente con un possibile scenario di incertezza: cosa potrebbe accadere se non ci fosse un vincitore palese la notte del ritorno alle urne? Bettini, nell’intervista rilasciata a Il Foglio, ha sostenuto chiaramente che se Pd e Lega pareggiassero si potrebbe tentare “la strada della grande coalizione con un compromesso trasparente”.

La succursale della sinistra

È opinione ormai diffusa che il Partito democratico rappresenti la forza del palazzo, pronta a fornire il proprio sostegno anche ai governi più lontani (prima l’esperienza giallorossa con i 5 Stelle, poi l’esecutivo di unità nazionale con Forza Italia e Lega). In tal senso Bettini non si è nascosto e non ne ha fatto una questione di vergogna. Anzi, ha rivendicato il ruolo dei dem: “Dobbiamo essere il partito della stabilità. Gli elettori hanno sempre bisogno della ‘forza’”. L’auspicio è che il Carroccio diventi la succursale della sinistra? “Salvini ha l’occasione di fare della Lega con pezzi di Forza Italia, l’equivalente del Pd nel campo della destra”, è l’osservazione dell’esponente dem.

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